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 2010  settembre 18 Sabato calendario

Abderrazak Mahdjoub

• Algeri (Algeria) 23 dicembre 1973. Sceicco. Considerato uno dei leader di Ansar Al Islam, secondo la Procura di Milano coordinava per l’organizzazione terroristica l’invio di kamikaze in Iraq e Kurdistan: arrestato in Germania nel novembre 2003 in base a un’ordinanza del giudice Guido Salvini, nel marzo 2004 fu estradato e incarcerato a Fossombrone. Assolto dalla Corte d’Assise nel settembre 2006, fu immediatamente scarcerato • «L’appunto dei servizi segreti tedeschi è molto dettagliato. “Ogni giorno si reca in bicicletta alla moschea Al Qods di Amburgo dove rimane fino alle 23” […] Mahdjoub Abderrazak, alias Abu Shour, non è soltanto un uomo molto pio. A soli trent’anni “lo sceicco”, come lo chiamano i “fratelli”, è sospettato di essere una delle menti delle cellule islamiche in mezza Europa […] Di questo […] leader di Ansar El Islam, il gruppo fondato dal Mullah Krekar, uno dei collaboratori più noti del nucleo dirigente di Al Qaeda, si sono occupati le polizie di molti Paesi. In Spagna lo hanno sospettato di aver organizzato un attentato a Valencia e di aver tentato di organizzarne altri in Costa del Sol anche con l’aiuto dei suoi due fratelli, Salah e Farid, che hanno vissuto a lungo a Bilbao nei paesi Baschi. In Marocco credono che ci sia lui dietro l’attentato di Casablanca. Pochi giorni prima dell’esplosione che il 15 maggio del 2003 provocherà 45 morti, Mahdjoub Abderrazak è al telefono con l’allora imam della moschea di Cremona, il tunisino Mourad Trabelsi, anche lui coinvolto nelle indagini italiane sui gruppi più radicali affiliati ad Al Qaeda. Lo “sceicco” gli annuncia che si sta preparando qualcosa di grosso: “Sta arrivando una grande bomba”. In Cecenia lo sospettano di aver organizzato un campo paramilitare per addestrare militanti per la Jhaad. Lui stesso è accusato di aver combattuto in Iraq. Sul suo passaporto ci sono i timbri di un viaggio fino a Baghdad, da Amburgo via Damasco, partenza il 20 marzo 2003. Nella città tedesca del Nord ricompare due mesi dopo. I servizi spagnoli chiedono il suo arresto per l’attentato di Valencia ma in carcere rimane poco, solo fino a luglio, quando le autorità tedesche dispongono la sua liberazione perché l’ordine di custodia non era sufficientemente motivato. Come se nulla fosse, Mahdjoub Abderrazak torna alla vita di prima, alla sua abitazione al 116 di Busbrookhohe dove lo aspettano una moglie tedesca convertita all’Islam, Nicole Maja Nogel, e due figli. Come se nulla fosse lui torna ogni giorno alla moschea in bicicletta. Ma la moschea di Al Qods non è solo un luogo di culto per i musulmani di Amburgo. Uno dei frequentatori più noti, lo si scoprirà dopo l’11 settembre, era l’egiziano Mohamed Atta, il capo della cellula islamica di Amburgo, l’organizzatore degli attentati contro le Twin Towers. Atta e lo “sceicco” ebbero tutto il tempo di conoscersi. Ma non c’è modo di provarlo. Perché c’è più di un buco nero nella vita di Abderrazak. Un buco che inizia nel 1992, quando le autorità di Amburgo respingono la sua richiesta di asilo. Lui sparisce. Riappare due anni dopo. Sposa Nicole, cittadina tedesca, e in questo modo ottiene la cittadinanza. Ma di lui non si sa più nulla per anni, fino al 1999 quando arrivano le prime segnalazioni dai servizi segreti che tengono d’occhio gli ambienti islamici più radicali. Poi il suo nome compare nei dossier spagnoli. E in quelli italiani. Dove “lo sceicco” spunta in decine di intercettazioni telefoniche e ambientali dove si parla di documenti falsi, di campi da organizzare, fondi da raccogliere e “fratelli” da inviare in Afghanistan e in Iraq. Dove si minacciano “gli infedeli che si rendono colpevoli nei confronti dell’Islam e per questo devono essere uccisi”. Dove lo “sceicco” se la prende anche con Papa Giovanni Paolo II: “È un nemico di Dio. Mi auguro che Dio mi faccia stare lontano da lui. Che Dio lo maledica”» (Fabio Poletti, “La Stampa” 20/3/2004).