Chiara Paolin, il Fatto Quotidiano 18/9/2010, 18 settembre 2010
IL NULLA DEL MINISTRO BERLUSCONI
Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e uomo di fiducia del premier nel Pdl, l’ha sventolato fiero nel ring di Ballarò martedì sera mentre gli arrivavano botte da orbi sul tema della vacatio al ministero che fu di Claudio Scajola: “Qui c’è un documento che spiega in dettaglio tutto quel che è stato fatto per lo Sviluppo economico negli ultimi quattro mesi. Me l’ha consegnato oggi il ministro, cioè volevo dire il ministero”. Il ministro è Silvio Berlusconi, il documento sullo sviluppo (ad interim) sono tre paginette che non farebbero promuovere agli esami di settembre neanche un rimandato del - defunto - istituto tecnico industriale. Il Fatto ha potuto esaminarlo.
Neanche
le date
IL TITOLO è solenne e indicativo dell’accuratezza del contenuto: “Attività del Ministero dello Sviluppo Economico da maggio 2010 a oggi”. Ma oggi quando, visto che nel documento non c’è uno straccio di data? Oggi quando uno legge, si potrebbe pensare, perché parecchie notizie riportate nella relazione di 3.978 battute (spazi vuoti inclusi) sono tranquillamente databili con un giorno preso a caso negli ultimi dodici mesi e oltre. A partire dal primo dato: “Sono aperti presso il ministero più di 150 tavoli di vertenze che riguardano ambiti chiave del sistema produttivo”. Ovvero lo stesso numero orgogliosamente indicato dall’allora ministro Scajola lo scorso 2 gennaio, ripreso il 14 febbraio dal collega Brunetta, misteriosamente salito a quota 170 a metà giugno per voce del valoroso funzionario ministeriale Giampiero Castano e diventato ora – nell’eterno oggi – un vaghissimo “più di 150”.
Poi però si entra nei dettagli. Soddisfazione innanzitutto sul fronte Fiat: “Stiamo seguendo con grande attenzione i tavoli di Pomigliano e Mirafiori e abbiamo lanciato il bando internazionale per Termini Imerese (nei prossimi giorni verranno presentate le prime 5 proposte di reindustrializzazione)". Ogni commento è superfluo, ma vale la pena ricordare come la prima gara bandita per Termini sia fallita miseramente dopo un anno di proclami e una sola certezza: Fiat se ne andrà con armi e bagagli a fine 2011. Che dire invece di Telecom? “E’ stato trovato l’accordo sulla mobilità volontaria per 3.900 lavoratori e sulla riconversione e ricollocazione per altri 1.100 lavoratori”. In questo caso la parola magica è quel “mobilità volontaria”: certo il governo poteva fare ben poco davanti alla decisione dell’azienda di licenziare 5 mila persone. Altri casi clamorosi, Agile e Eutelia. Non contenti di aver permesso il gioco delle scatole cinesi sulla pelle di migliaia di lavoratori, al ministero si fanno i complimenti l’un l’altro: sono riusciti ad aprire “le procedure di amministrazione straordinaria e nominare i commissari”. Cioè le aziende portano i libri in tribunale e tanto basti a salvare l’economia.
I cassintegrati
sull’isola
IDEM PER GLI OPERAI dellaVinyls,cuifaràmoltopiacere sapere di essere citati come un fiore all’occhiello della gestione Berlusconi: “Avviate le procedure per il bando e la cessione” dice scarno il carnet. La realtà è che la chimica italiana sprofonda nel suo periodo più buio e il ritiro di protesta sull’isola dell’Asinara iniziato lo scorso 24 febbraio ha portato fin qui zero risultati per i 400 lavoratorituttorainbilico.Che diventano migliaia considerato l’indotto. Situazione identica nel tessile, dove spunta una buona parola a proposito di Ittierre, 1.500 dipendenti e una rete gigantesca di lavoro connesso: anche qui è stata avviata la cessione e nulla più. Ma è una buona notizia.
In chiusura, i fuochi d’artificio. “Raggiuntal’intesaperlaripresa della produzione per Eurallumina”, l’azienda di Portovesme dove ballano 400 posti di lavoro. Basta leggere i titoli dell’Unione Sarda per scoprire che in realtà non c’è alcuna certezza sul riavvio degli impianti: anzi, il prossimo 21 settembre è previsto un incontro proprio al ministero per capirci qualcosa. Sugli scudi anche l’Alcatel Lucent di Battipaglia, dove 300 operai ringraziano perché sono stati comprati da un imprenditore ligure, ma i restanti mille addetti del gruppo francese se la passano male (con nuovi cicli di cassa integrazione nella sede centrale di Vimercate): dettaglio trascurabile.
Il presunto sostegno
alle imprese
MEGLIO PARLARE del capitolo “sostegno alle imprese” sottolineando il fortunato dato prescelto da Lupi per sedare il fronte del dissenso nella topicaseratadiRaiTre:nell’ambito del Fondo di Salvataggio per pmi in crisi, “dall’inizio della legislatura i Contratti di programma definiti sono stati 21, contro i 9 della legislatura precedente”. Cioè, a essere precisi, negli ultimi due anni e mezzo - e non da quando Scajola si èdimesso-sonostatifirmati21 accordi. Però, come ha fatto notare in diretta tv la senatrice Pd Anna Finocchiaro, ben pochi di questi hanno trovato materiale realizzazione. Un po’ come i “Contratti di innovazione con dotazione di un miliardo di euro. Già 84 le domande ammesse” (ammesse, non finanziate) oppure i bandi per l’innovazione, le tecnologie, il Sudechipiùnehapiùnemetta in un tripudio di milioni in palio come alla lotteria. In concreto, tornano buoni i 300 milionideifamosiincentivifirmati Tremonti per comprare cucine e motorini: pure quelli sonomeritodiBerlusconi,anche se non era lui il ministro dello Sviluppo quando furono approvati prima delle regionali.