Gianluigi Nuzzi, Libero 18/9/2010, 18 settembre 2010
IL CONTRATTO INCHIODA TULLIANI
Berlusconi sapeva le cose di Fini a Montecarlo, sapeva come le avrebbe risolte, altrimenti non si capirebbe come mai sono uscite queste notizie sui giornali». In altre parole, la storia monegasca non riguarda i Tulliani ma direttamente il presidente della Camera Gianfranco Fini.
A sostenere questa ipotesi inquietante è l’olandese Anthony Izelaar che nella storia della casa di Boulevard Princesse Charlotte abitata da Giancarlo Tulliani ha avuto un ruolo cruciale. È il professionista che, insieme al collega James Walfenzaoo, si presentò direttamente dal notaio nel principato per chiudere la vendita. Izelaal rappresentava la proprietà, la società Printemps Ltd, e quindi conosce le segrete cose di questa storia.
Per raccogliere le sue confidenze, le confidenze dell’uomo delle scatole cinesi monegasche, il professionista olandese che a Montecarlo rende invisibili denari, proprietà e investitori, indossiamo i panni di chi vuol nascondere 15 milioni di euro nel principato, frutto di un’ inesistente eredità contesa. Una balla a fin di bene, solo per agganciare Izelaar, appunto amministratore della Printemps Ltd, l’offshore che si è aggiudicata da Alleanza nazionale l’abitazione di Boulevard Princesse Charlotte abitata da Giancarlo Tulliani. Fissa l’appuntamento in 18 ore e ci accoglie senza attesa nel suo ufficio vista mare a Palais l’Estoril, tra i più cari del principato.
Un gioco di scatole cinesi
In un’ora e mezzo d’incontro Tony, classe 1961, nato a Rotterdam e presente in società di quattro continenti (dall’Australia al Lussemburgo) compie più volte il giro del mondo offshore pur di ammaliarci con mille strumenti finanziari capaci di sfuggire a qualsiasi curiosità. Che sia il fisco o qualche erede che rivendica quote di lasciti a lui importa poco. Da Panama alle Cayman, alle isole Vergini ogni paese protegge i clienti, dai ficcanaso e dalle tasse. Ripercorriamo così le impronte dell’ignoto finanziere che chiese a Izelaar e a Walfenzaoo di costituire un’offshore operante a Montecarlo ad hoc per perfezionare la compravendita dell’11 luglio 2008.
Quel giorno Izelaar con Walfenzao, entrambi come manager della Printemps Ltd, comprano nello studio del notaio Louis Aureglia la casa dal senatore di An Francesco Pontone: 300 mila euro quando il reale valore sarebbe tre, quattro forse cinque volte tanto.
Alla fine dell’incontro, raggiunta una certa confidenza, provochiamo Izelaar. Ci mostriamo intimoriti per l’eco avuto dalla vicenda di casa Tulliani. Dubitiamo della riservatezza e lui, pur di confortarci, si sbottona in considerazioni sorprendenti, che espresse da lui suonano persino come criptiche visto che ha gestito in prima persona la vendita dei misteri e conosce l’identità dell’acquirente.
Dottor Izelaar, abbiamo letto della vostra società di consulenza sui giornali italiani, coinvolta nella compravendita della casa….
«Sì è una storia incredibile ma non mi ha creato problemi perché non ho clienti italiani... e io non so niente di quello che è accaduto. È incredibile».
…Ed è per questo che preferiamo costituire una società offshore dove non comparire… proprio per evitare situazioni analoghe.
«Sì ma non è successo niente, per il momento hanno chiamato solo dei giornalisti per sapere, ma da qui non esce un segreto».
Il colloquio col professionista
Appunto, perché ha avuto della pubblicità questa operazione? Normalmente assicura la massima riservatezza sulle operazioni e poi arrivano sui giornali?
«Tutte le persone politiche hanno conosciuto cosa è successo a Monaco… L’unico problema è in Italia, ci sono due persone politiche, il signor B., veramente la più importante persona dell’Italia, e il signor F. B. conosce tutto quello che ha fatto il signor F. nel passato… Adesso sono sorti molti problemi tra i due e B. chiede: “Che cosa hai fatto a Monaco?” Probabilmente avevano parlato insieme su cosa fare per (sistemare, nda) questa cosa».
Quale cosa?
«Per questo problema di Monaco (la casa, evidentemente, nda)… e così (Berlusconi, nda) ha conosciuto cosa avrebbe fatto (Fini, nda) per sistemare la questione di Monaco. Poi c’è stata la guerra e ha detto… “ehhhhh, cosa hai combinato a Montecarlo?” È andata così, per questo i giornali svelano ora cosa è successo, altrimenti non si comprenderebbe come mai… (tante notizie riservate compaiano sui giornali, nda). Normalmente una cosa simile non esiste».
E siete sicuro?
«Sì, sì, sì, sì, sicuro perché non c’è nessun altra possibilità di conoscere quello che è veramente accaduto. Attualmente non so più quello che è passato (in particolare, nda) perché è stato solo la mia compagnia a partecipare a una delle attività (sviluppate, nda)… Siamo stati nell’operazione credo per sei mesi. Abbiamo fatto qualcosa solo per sei mesi in questo affare. (Infatti, nda) attualmente non è un mio contatto, non è un’attività che conosco, ora ma si tratta di una cosa di un mio partner del passato…».
Ma sui giornali è uscita come operazione dei Tulliani non di Fini…
«Non so, non so…».
E alza le spalle. Izelaal riconduce quindi l’operazione direttamente al presidente della Camera, che ha sempre smentito di saper qualcosa su questa vicenda.
Una millanteria, un modo per tranquillizzare il potenziale cliente? Non è questo il punto. È clamoroso che il professionista indichi la casa come una di quelle cose che «Fini ha fatto nel passato»; stando infatti alla versione ufficiale Alleanza nazionale cede sottoprezzo la casa all’offshore amministrata da Izelaal, che la rivende ad un’altra offshore per poi vedere il “cognato” Giancarlo Tulliani inquilino. A 1.600 euro al mese quando in Boulevard Princesse Charlotte per quella cifra non trovi nemmeno un monolocale. E comunque ad oggi nessuno si era spinto così avanti, nessuno lo aveva definito come «un problema» per Fini.
Izelaal cerchia una B su un foglio bianco e a fianco scrive e sempre cerchia una F. Quando pronunciamo il secondo cognome, appunto trasformando quella F in Fini, Izelaal annuisce ai suoi due interlocutori, strabuzza gli occhi e indica come di far silenzio ai potenziali clienti. Un’aria complice, una conclusione sconcertante per una lunga conversazione. Con Izelaal che fino a quel momento aveva proposto il lavoro di sempre senza scomporsi, diverse offshore impenetrabili da 3.500 euro cadauna tutto compreso per il primo anno con apertura, gestione fiduciaria della stessa e amministrazione del conto corrente.
Tutte cose qui – è bene ricordare - perfettamente legali anche perché il Principato protegge il segreto bancario ma non i criminali. Tanto che la foto del principe è appesa nella sala d’attesa della fiduciaria tra quadri astratti e di arlecchini in festa.
«La proposta che vi consiglio è costituire una finanziaria molto anonima nelle Isole Vergini o in un altro paese che possa avere un conto corrente su una banca di Montecarlo, controllata direttamente da una nostra società. Nei paesi offshore niente è pubblico e non si pagano le tasse. Vergini e Cayman sono quasi la stessa cosa, ma Cayman è molto cara e ci sono difficoltà perché chiedono molte informazioni sui soci mentre alle Vergini siamo solo noi che sappiamo. Siamo solo noi che conosciamo il vero proprietario. È la cosa più semplice e lo facciamo di regola. Costa 5.250 euro per il primo anno: 3.500 per la società, 750 per il conto in banca e mille di pratiche.
Così nessuno può sapere nulla aldilà di voi e noi. Siamo sempre noi a gestire da questo ufficio la società anche se ha sede in un paese offshore e infatti la incorporiamo, siamo noi gli azionisti, una delle nostre società. Questo lo facciamo per l’anonimato, per non far conoscere l’azionista qui a Monaco. Ad esempio Janum è una delle nostre società che utilizziamo come azionista visibile. Se qualcuno mi domanda dall’Italia chi è l’azionista, noi indichiamo Janum o qualche altra società, non il vero cliente».
Le azioni della Printemps sono al portatore all’isola di St. Lucia. Ma Izelaal mostra riluttanza nel ripetere un’operazione simile a quella costruita per proteggere il proprietario di casa Tulliani, ma è comunque illuminante per spiegare i motivi: «È complicato trovare una società con azioni numerate e non nominali perché nel passato è stato molto utilizzato per attività criminali perché non si saprà mai chi è il vero proprietario. A Panama, ad esempio, è possibile».
Un dossier importante
Izelaal si ferma qui. Indica i prezzi e dopo le battute su Fini ci congeda. Rimangono alcune certezze. Se l’olandese si è prestato ad un’operazione con azioni al portatore è perché evidentemente il dossier meritava attenzione. Ma non di certo per le somme trattate, non per le migliaia di euro che andava ad incassare dalla gestione di un paio di offshore domiciliate a Santa Lucia, dove nessuno sa e nessuno chiede. Evidentemente è possibile che chi l’ha coinvolto, l’ex socio James Walfenzaoo, l’abbia rassicurato sull’importanza dell’affare.
Ma queste sono ipotesi, come quella, avanzata dal professionista di fiducia del misterioso proprietario di casa Tulliani che indica questo affare come il tallone d’Achille del presidente Fini.