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 2010  settembre 18 Sabato calendario

Le conseguenze del 20 settembre

L’Urbe «rifondata» a statuto speciale torna sulla breccia - Roma diventa Capitale. Ma co­me, finora lo era solo per scher­zo? No, per carità, Roma è Ca­put da millenni, prima di limi­tarsi a essere «solo» Capitale d’Italia. Ma ora, a 140 anni dal XX settembre, assume per legge lo statuto speciale di Capitale, con risorse e prerogati­ve straordinarie. Sarà stato il castigo della Provvidenza ma nell’autunno del 1870, dopo la breccia di Porta Pia, Roma finì sommersa sotto una terribile alluvione. Al fianco della Chiesa di S.Maria della Minerva, proprio dove aveva sede la Santa Inquisizione, c’è una lapide che ricorda l’alluvione del dicembre 1870 e segna il livello che raggiunse l’acqua:ad al­tezza d’uomo. I papalini collegarono il disa­stro alla collera divina per la profanazione di Roma cattolica, per gli insulti contro Pio IX definito da Garibaldi «un metro cubo di letame», per la prigionia del Papa che si de­finì «sub hostili potestate constitutus», sot­toposto a un potere ostile. Non fu indolore il passaggio di Roma dal Papa Re al Regno d’Italia;e chissà cosa sarebbe accaduto se il Papa anziché in San Pietro, si fosse trincer­a­to in piena Roma nel Palazzo dei Papi dove lui abitava, il Quirinale. Oltre le gesta eroi­che di quei giorni o gli avvenimenti epici della Repubblica romana, vanno ricordate anche le pagine più dolorose: per esempio nel 1867, quando due operai romani lancia­rono bombe in una caserma pontificia, uc­cidendo venti zuavi e poi furono processati e condannati a morte dal tribunale papale. O dopo l’avvento di Roma capitale, il 13 lu­glio del 1881, quando fu assaltata la salma di Pio IX, con le sassate al corteo, la violazio­ne del feretro e le bestemmie di una folla inferocita, incurante delle Guarentigie che garantivano rispetto e incolumità al Papa. Quanta ostilità tra i «buzzurri» piemontesi e gli «oscurantisti» clericali, tra massoni e atei radicali da una parte e dall’altra parte nobiltà nera e papalini, con le celebrazioni ancor oggi contrapposte. E poi i futuristi che sognavano di svaticanizzare l’Italia, le sinistre atee che urlavano, ricevendo sco­muniche... Un quartiere intero a ridosso di San Pietro, Prati, sorse quasi in sfregio al Pa­pato. Col XX settembre gli ebrei compiro­no la loro piena integrazione nella città an­che se vanno dette due cose solitamente omesse: fu Pio IX a sghettizzare gli ebrei a Roma, abbattendo il muro che li separava; e fu Mussolini, nel 1931, a firmare un con­cordato con la comunità israelitica che per la prima volta ebbe pieno riconoscimento giuridico dallo Stato italiano. Dal XX settembre del 1870 passò molta acqua sotto i ponti del Tevere, dai Patti Late­ranensi tra Stato e Chiesa nel 1929 al domi­nio della Dc che fu una prolungata aneste­sia del conflitto tra laici e religiosi. E nel cen­tenario dell’Unità d’Italia, Papa Giovanni XXIII e il cardinal Montini, che poi divente­rà Paolo VI, definirono provvidenziale l’unitàd’Italia e l’avvento di Roma capitale e riconobbero, come da laico scriveva Prez­zolini, che la Chiesa grazie al XX settembre si era liberata del potere temporale, e non era più un piccolo regno ma riprendeva la sua missione universale e spirituale. In­somma, anche la Chiesa riconobbe che la breccia di Porta Pia fu una benedizione per l’Italia e per il cattolicesimo.Con questo spi­rito, il 20 settembre il Cardinal Bertone, se­gretario di stato vaticano, il presidente del­la Repubbli­ca Napolitano e il sindaco di Ro­ma Alemanno si incontreranno sulla brec­cia per superare anche simbolicamente quella ferita. E poi per proclamare, in Cam­pidoglio, l’avvento dello statuto speciale per Roma capitale. Ma per costruire una memoria condivi­sa non si deve mai usare l’ipocrisia di na­sc­ondere le lacerazioni del passato e rimuo­vere i fatti storici più controversi. Al contra­rio, si devono confrontare le opposte eredi­tà e po­i arrivare ad una sintesi nel segno del­la concordia, che rispetti le diversità più irr­i­ducibili ma renda condivisa alla fine l’uni­tà. Un convegno in Campidoglio sancirà in tre sessioni il ripensamento del XX settem­bre, da un punto di vista cattolico, da un punto di vista laico e infine dal punto di vi­sta dell’identità nazionale. Poi una domeni­ca di festa, musei aperti di notte, mostre inaugurate, concerti e teatro. Insomma il 20 settembre come festa popolare, di tutti. C’è invece chi ha nostalgia del XX settem­bre come la festa de noantri, riservata a radi­cali e massoni. Massimo Teodori, ad esem­pio, sul Corriere della sera , chiedeva di «di­fendere Porta Pia dal clericalismo» e accu­sava la Chiesa di aver posto veti nel conve­gno di oggi a storici sgraditi. Vorrei infor­marlo che l’unico storico ( da me proposto) che non figura tra i relatori del convegno è il cattolico tradizionalista Roberto de Mattei, vicepresidente del Cnr e biografo di Pio IX. I laici ci sono tutti. L’avvento di Roma capitale fu importan­te per tre ragioni. La prima, perché solo a Roma la storia dell’unità d’Italia si incardi­nò nella storia di una civiltà, la civiltà roma­na e poi cristiana- medioevale, rinascimen­tale e barocca- ma anche la civiltà del dirit­to, dello stato, della civitas imperiale e uni­versale. La seconda, perché solo a Roma si compì l’Unità d’Italia, il sud si ricongiunse al nord ed entrò nella storia comune del pa­ese, nei ministeri e nella vita delle istituzio­ni. La terza, perché a Roma la coscienza ci­vile del paese si incontrò, prima scontran­dosi, con la coscienza religiosa del paese. Tre ragioni forti e ancora valide. Poi ci sono anche le altre facce indegne e caciarone di Roma: la Roma prostituta di Lutero e la Ro­ma ladrona e parassita, la Roma grottesca di Flaiano e Manganelli, o di Sordi e Fabri­zi, la Roma porcona e vitaiola descritta da Fellini e Pasolini, la Roma de’ core e la Ro­ma de’ trippa... Sorprende sapere da un li­bro del vice Sindaco Mauro Cutrufo, La quarta capitale ( ed. Gangemi), che Roma è il comune più esteso d’Europa,ha un’area che equivale a quella di otto capitali euro­pee messe insieme, inclusa Parigi. Ed è più vasto di Mosca e di New York. In occasione dell’anniversario,del convegno e della leg­ge s­peciale esce un Manifesto per Roma Ca­pitale che è stato presentato ieri in Campi­doglio, voluto dal sindaco, scritto e appro­vato dal comitato d’indirizzo che presiedo. Roma, gloriosa baldracca e santissima vi­ziosa, torna sulla breccia.