Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica, il Giornale 18/9/2010, pagina 1, 18 settembre 2010
ECCO LA CARTA CHE SCOTTA
Prima le società offshore con stessa sede nello stesso
paradiso fiscale e allo stesso indirizzo. Ora spunta un’altra coppia di gemelle, ma stavolta il giallo riguarda due firme. E il dubbio è il più pesante: non è che Tulliani e Timara sono la stessa cosa?
Le sigle uguali sono infatti quelle di proprietario e locatario sul contratto d’affitto della casa monegasca, depositato all’Ufficio del Registro del Principato. Non sembra solo l’ennesima, inquietante, coincidenza. Giancarlo Tulliani, uomo cardine dell’ affaire di Montecarlo, secondo i magistrati romani non è degno di un appuntamento in procura nemmeno alla luce delle clamorose rivelazioni del Giornale sulla svendita dell’appartamento al 14 di boulevard Princesse Charlotte. Chissà che oggi i pm non cambino idea. Vediamo perché.
IL MONOPOLI DEI TULLIANOS
L’immobile in questione è quello donato dalla contessa Anna Maria Colleoni al partito nel 1999, poi ceduto per un quinto del valore a una società off-shore con sede ai Caraibi (Printemps Ltd), da questa venduto a una società gemella (Timara Ltd) e, infine, abitato dallo stesso «cognato» di Fini, Tulliani appunto, che aveva aperto ilgiro di valzer caldeggiando la vendita dell’appartamento al presidente della Camera, al quale (è lo stesso Fini a dirlo) segnalò che c’era un acquirente interessato alla casa. Ora salta fuori una quantomeno sospetta «identità di firma» tra proprietario e affittuario. È nel contratto d’affitto, che il Giornale è riuscito a recuperare. L’atto, ufficiale e protocollato, è il «contratto a canone » numero 114772, firmato a Monaco il 24 febbraio del 2009 tra la società off-shore «Timara Ltd», proprietaria dell’appartamento, e «monsieur Giancarlo Tulliani», affittuario «de nationalité italien demeurant (residente, ndr ) a via Raffaele Conforti 52 Roma, Italy», ed è stato registrato il 4 marzo dello stesso anno presso l’ufficio competente del Principato di Monaco.
Oggetto, ovviamente, l’affitto della famosa casa al civico 14 di boulevard Princesse Charlotte.
L’AUTO-LOCAZIONE
Colpo di scena in calce al foglio: le firme apposte sotto la dicitura «le preneur» (l’affittuario) e sotto il riferimento a «le bailleur» (il locatore) sono uguali, tali e quali. Una sola firma, illeggibile ma identica, per due controparti. Il locatore è Tulliani, come è scritto nel contratto e come hanno sempre sostenuto i suoi legali, e la firma del proprietario è la stessa: il «cognato» di Fini ricopre dunque all’interno della Timara un ruolo tale da avere i poteri necessari a firmare per conto della società un contratto di locazione a se stesso? Questo vorrebbe dire che non solo le firme sono uguali, ma che Giancarlo Tulliani e la società offshore proprietaria della casa a Montecarlo sono la stessa cosa. E il «cognato» sarebbe, dunque, affittuario di se stesso. Altra possibilità è che Tulliani abbia lasciato che l’amministratore della controparte Timara apponesse la propria firma sia come proprietario che per conto dell’affittuario, o che, ipotesi decisamente remota anche a Montecarlo, sia Tulliani che Timara abbiano delegato un terzo a concludere il contratto per loro conto, ma «tra sé e sé». A dirla tutta, nell’atto ufficiale non c’è traccia, nei dintorni delle firme in calce, di diciture «per conto» di alcuno, né si fa cenno a procure o deleghe. Comunque la si legga, l’identità delle firme aumenta il sospetto che il ragazzotto con la Ferrari abbia un legame molto, molto forte con le fiduciarie Printemps e Timara, create ad hoc a Saint Lucia nel 2008, poco prima che An, su segnalazione dello stesso Tulliani, desse via la casa a prezzo di saldo. Le anomalie si moltiplicano.
GIANCARLO E GLI AMICI OFF-SHORE
Perché il ruolo del fratellino di Elisabetta, solo per la parte relativa a compravendite e affitti, è il mistero dei misteri. Giancarlo Tulliani è in qualche modo in contatto con Printemps: è lui a segnalare a Fini che la società intende comprare l’appartamento, e si fa, di fatto, intermediario per l’offerta, conclusa con la vendita low cost dell’11 luglio 2008. Giancarlo Tulliani è certamente in contatto con Timara, che a ottobre del 2008 acquista da Printemps, e a febbraio del 2009 l’affitta proprio a lui con un contratto dove, curiosamente, le firme di affittuario e locatario sono sovrapponibili. Per non dire, come ha dimostrato il Giornale , che il titolare dell’impresa di ristrutturazione dice di aver fatturato i lavori alla Timara, anche se a decidere i materiali da portare dall’Italia e cosa e come ristrutturare sarebbero stati i Tulliani, Elisabetta e Giancarlo. A rafforzare il tutto, c’è poi il legame tra il cognato di Fini e James Walfenzao. Walfenzao è dal notaio Paul Louis Aureglia l’11 luglio 2008, perché in qualità di direttore della «Jaman Directors Ltd», anche questa con sede a Castries, rappresenta la «Printemps Ltd». Ma è citato anche nel rogito del 15 ottobre dello stesso anno, quando è Printemps a vendere a Timara. L’atto notarile della seconda compravendita, infatti, spiega che la Timara è rappresentata da Suzi Beach, in virtù dei poteri che le ha assegnato l’assemblea generale di un’altra società di Saint Lucia, la «Janom Partners », rappresentata nell’occasione da Tony Izelaar (che in quel giorno di ottobre, giusto per semplificare le cose, è anche venditore per conto di Printemps) e, appunto, da Walfenzao.
IL LINK CON WALFENZAO
Quest’ultimo (che al Giornale
s’è limitato a dire di non voler parlare «degli affari dei clienti») lavora per il gruppo «Corpag» attivo nell’offrire ai propri clienti fiduciarie e intermediazioni. Nel network Corpag, per capirci, c’è anche la monegasca «Jason Sam» (specializzata nella creazione di fiduciarie a Saint Lucia e nelle compravendite immobiliari «coperte» da fiduciarie, come spiega il sito web della società), per la quale lavorano gli altri protagonisti delle off- shore dell’ affaire , Tony Izelaar e Suzi Beach.
BOLLETTE E DOMICILI SOSPETTI
Ma tornando a Walfenzao, a focalizzare l’attenzione su di lui ci sono le connessioni fortissime con Tulliani. Il Giornale già ieri ha svelato come il suo indirizzo monegasco (27, avenue Princesse Grace) sia stato «prestato» a Giancarlo Tulliani per domiciliare utenze, tra cui la bolletta della luce, essenziale per le autorità monegasche, che la utilizzano per accertare che i residenti non siano fittizi. L’utenza è relativa al 14 di boulevard Princesse Charlotte, l’addebito è sul conto corrente numero 17569- 00001- 71570900001 acceso da Tulliani presso la Compagnie Monegasque de Banque. Ma le fatture hanno un «c/o», finiscono a casa del signore e della signora Walfenzao. Perché? Troppe domande, alle quali chi potrebbe e dovrebbe dare risposte preferisce replicare con un ostinato silenzio.
IL CONTO SEGRETO E IL FISCO
Quanto al conto corrente, stando alla carta di soggiorno a Monaco di Tulliani,quest’ultimo non avrebbe indicato un’attività professionale in grado di garantirgli il reddito necessario, ma avrebbe allegato la garanzia bancaria che attesta il possesso di liquidità sufficiente a vivere a Montecarlo senza lavorare. Parliamo di un deposito di almeno 300mila euro ( stessa cifra necessaria a comprarsi una casa a Montecarlo, ma solo se a vendere è An) che Tulliani non può intaccare. Qui la domanda è ovvia: come ha portato quella cifra a Montecarlo il «cognato» di Fini? Ha regolarmente dichiarato al fisco l’esportazione della consistente somma, alla quale vanno aggiunti i 200mila euro necessari a comprarsi la ormai celebre Ferrari con targa monegasca? Il dubbio potrebbe toglierselo la procura di Roma che però, udite udite, già pensa all’archiviazione.