ANTONELLA AMAPANE, La Stampa 18/9/2010, pagina 23, 18 settembre 2010
“Ho sedotto anche i cannibali” - Quarant’anni di carriera vissuti pericolosamente. Sempre con l’acceleratore a tavoletta
“Ho sedotto anche i cannibali” - Quarant’anni di carriera vissuti pericolosamente. Sempre con l’acceleratore a tavoletta. Sempre sopra le righe. Roberto Cavalli non conosce vie di mezzo, va da un’estremo all’altro. Lavora tanto, guadagna tanto e spende tanto («E’ il mio credo»). Ma dorme anche per terra con i cannibali della Nuova Guinea, senza fare un plissè, pur di scattare foto eccezionali: «Mi hanno sempre rispettato. Qualche volta erano persino un po’ in soggezione», spiazzati da quella sua risatona roca e profonda come un ruggito. Il ruggito del re della giungla fashion, artefice di stampe animalier, scandite da uno stile sensuale e felino. Capo affettuoso di una grande famiglia-tribù, (una moglie, cinque figli e tre nipotine) che con la stessa disinvoltura culla le bambine e cucina le bistecche alla fiorentina per l’amico Lenny Kravitz. Il mondo luccicante della moda, dice, non gli ha mai dato alla testa. Confessa di essere rimasto un «semplice» e un timido: «Balbuziente fino a 20 anni. Fu un trauma vedere le SS fucilare mio padre. Era il 4 luglio del 1944. La mi’ mamma, che ho fatto dannare, ha cresciuto me e mia sorella Lietta vendendo piccole cose porta a porta. A scuola ero l’ultimo della classe...». Oggi, però, è un uomo di successo (110 negozi sparsi nel mondo e un fatturato 2009 di 188 milioni di euro) che celebra 40 anni di moda. In due tempi: il 27 settembre con una sfilata all’Arco della Pace a Milano (sotto un tendone trasparente) e due giorni dopo all’École des Beaux Arts a Parigi con un mega party. Perché una festa a Parigi? «Ho cominciato lì nel 1970, presentando a una fiera di moda una collezioncina di pelle stampata. Nulla di che, ma piacque molto agli americani e persino a Hermès e Cardin. Oltre alla serata con le celebrity (da Naomi a Heidi Klum, da Afef a Cindy Crawford, fino a Yasmine Le Bon, ndr), ho voluto riassumere il mio percorso creativo con un libro-racconto fotografico, di vita e lavoro sui corpi e sui volti delle più belle donne del mondo, con i clic di Mert&Marcus, diretto da Fabien Baron. Un modo per raccontare quanto lavoro c’è dietro ogni abito». La fotografia è diventata la sua grande passione? «Sì, farò una mostra dei miei scatti il 15 novembre, giorno del mio 70°compleanno a Milano: 400 foto raccolte in un libro edito da Rizzoli, in vendita a 20 euro, prezzo democratico. Ci saranno due palme che fanno l’amore, un baobab di 1300 anni, l’abito a raggi di luce che ho creato ispirandomi a un accendino Anni 50. E il reportage fatto con i cannibali: che soggetti! Ho portato in regalo zucchero e sigarette, alla fine s’era tutti lì a fumare felici e contenti. Ma i soggetti che preferisco sono le nuvole. Penso che Dio comunichi attraverso le nuvole». E’ molto religioso? «Parlo con Dio tutte le sere, mi ha sempre aiutato e mi ha dato tanto. Io rispetto tutte le religioni, rispetto anche il burqua e il diritto dei gay di avere figli. Sono contro l’espulsione dei Rom in Francia. Dobbiamo cercare di convivere in pace. Insomma, credo nella religione dell’amore». Sempre anarchico? «I politici, tutti, compreso Berlusconi, pensano solo a mettersi in mostra e non alle vere necessità dei cittadini. Non ce n’è uno che mi piaccia. Ci vorrebbero persone diverse: teste pensanti, colte, sensibili e con una certa esperienza. Come Umberto Veronesi. L’Italia ha bisogno di gente come lui. Lo voterei immediatamente». Com’è lavorare con la moglie? «Eva non è solo mia moglie, è la mia consigliera, il mio braccio destro, mi aiuta a concretizzare i sogni. L’aspetto negativo è che, quando litighiamo, ci teniamo i musi anche a casa. Il maggior difetto di Eva è che non stacca mai, neanche in vacanza». Le dà fastidio essere paragonato a Gianni Versace? «No, anzi. Diciamo che 10 anni dopo sono diventato un po’ l’evoluzione dello stile di Gianni. Sono orgoglioso delle mie donne sensuali, ma ho sempre odiato la volgarità. La sfortuna nella mia moda è che non tutte posseggono il gusto per portare con eleganza un abito sexy». Che cosa bolle in pentola? «Una linea casa, intesa come stile di vita. E poi mobili per le barche». Cosa fanno i suoi figli? «Ne ho cinque, due dalla mia prima moglie e tre da Eva. Cristiana, si occupa dei miei Cavalli club, Tommaso segue il progetto vodka e vino e in più i cavalli da trotto, Rachele affianca Eva nella parte creativa degli accessori donna, Daniele mi aiuta nell’uomo. L’ultimo, Robin, vive e studia a Londra. Quando ci si ritrova al completo è un gran ‘hasino, si parla tutti insieme... e a me piace così». Come sono i rapporti con i colleghi? «Buoni. Solo con Dolce e Gabbana, non capisco perché, non c’è verso di strappare un saluto». È circondato da celebrity, quali sono veramente amiche? «Poche, non illudiamoci, questi rapporti sono di convenienza. Vanno e vengono come meteore. Con il tempo anche io sono diventato più selettivo. Amicizie vere? Afef, è straordinaria, ascolta i miei sfoghi, mi consiglia. Poi sono molto legato a Lenny Kravitz e a Cindy Crawford».