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 2010  settembre 16 Giovedì calendario

MA CHE VUOLE LA GGGENTE?


«Ma questo è quello che vuole la gggente!!!», si giustificano, e si capisce che alla fine della frase mettono almeno tre punti esclamativi. Nel primo c’è lo stupore alla nostra meraviglia: ma come? non vi rendete conto che non possiamo farci nulla? Nel secondo c‘è l’indignazione posticcia: insomma, che pretendete, non siamo noi a comandare il carosello delle banalità e la fiera delle volgarità, è la gggente che fortissimamente le vuole! Nel terzo punto esclamativo c’è la stupidità del pensiero molle e la prepotenza malmostosa che governa questa lunga e faticosa stagione della società italiana.
Quante volte avete sentito pronunciare questa frase? «Questo è ciò che vuole la gggente...» Ma chi è la gente? Sono arrivato a 65 anni, ne ho passati quaranta nei giornali, dirigendone alcuni di una certa importanza, e ancora non so dire esattamente chi è, cosa vuole la gente. Loro sono evidentemente più bravi di me, più svegli, sanno intercettare meglio (intercettare è uno dei verbi più amati dalla “società civile”, altro termine che più fumoso non si può) i desideri degli altri.
Ma intanto, a forza di parlare di gente in senso generico e di società civile in maniera scriteriata, un recinto sono riusciti a metterselo in piedi questi costruttori di nebbie e parole. “Gente” è chiunque la pensi come la pensano loro: in materia di cultura, di morale, di politica, di televisione, di informazione, di rispetto per il prossimo, di dignità. Non c’è bisogno che la “gente” esprima in maniera concreta e cosciente la sua opinione (vedi la truffa legittimata dello share televisivo), basta che coloro che danno la linea possano dire: la gggente vuole questo.
Per quanto riguarda il concetto di società civile è ancora peggio. I nodi sono tagliati in maniera più drastica: appartengono alla società civile tutti quelli che del mio nemico politico hanno la mia stessa opinione, e sulla situazione dell’Italia ragionino come ragioniamo io e i miei sodali. Questi soggetti, signori e signore, sono la società civile. Gli altri, immagino per aristotelico ragionamento, sono “gli incivili”. Cioè i gretti, i cattivi, gli orrendi, quelli che hanno mandato il cervello all’ammasso.
Così, giorno dopo giorno, si va avanti e sempre meno si ha voglia di interrogarsi verso quale traguardo di stupidità collettiva e lassismo morale stiamo arrivando. Ma non dobbiamo preoccuparci. Lo capiremo presto.