Dario Martini, Il Tempo 16/9/2010, 16 settembre 2010
I romani impegnano sempre di più i loro beni. Al Monte dei Pegni giacciono polizze per 79 milioni di euro
I romani impegnano sempre di più i loro beni. Al Monte dei Pegni giacciono polizze per 79 milioni di euro. A dicembre eravamo a 78. La crescita è lenta ma c’è: il 5% negli ultimi due, tre anni. E se scorriamo i prestiti che vengono erogati scopriamo che sono in aumento le persone che ricorrono a questo strumento del credito per affrontare le spese per la casa, per mandare a scuola i propri figli o pagare le spese mediche. Ma c’è anche chi si vuole togliere qualche sfizio: come un viaggio alle Maldive o comprarsi un televisore ultrapiatto. A gestire il credito su pegno nella storica sede di piazza del Monte di Pietà è il gruppo Unicredit (i prestiti si possono chiedere anche nelle agenzie di Ostia, Anzio e Albano). Ogni mattina agli sportelli per la stipula e per il rinnovo delle polizze bussa almeno un centinaio di persone. Ci sono molti disoccupati ma anche professionisti, artigiani e commercianti. Tra gli stranieri la maggior parte sono filippini e bengalesi. Gli addetti ai lavori raccontano che «rispetto al passato si vedono anche molti rom». Valeria M. è una casalinga «forzata». Lavorava in un call center e non le è stato rinnovato il contratto. È alla prima polizza: «Ho impegnato una collana in oro che mi aveva regalato mia madre. C’ho ricavato 300 euro. Non è molto ma ne avevo bisogno nella speranza di trovare un altro lavoro entro la fine del mese». L’oro e l’argento (molte sono fedi e fedine) ovviamente vanno per la maggiore. Ma c’è anche chi decide di impegnare gemme, orologi, pellicce, binocoli, tappeti e macchine fotografiche. Carlo P. sta aspettando in fila per rinnovare una polizza per un tappeto. Davanti ha 32 persone che aspettano il loro turno. Sono le 11. Spera di farcela entro pranzo. Roma è la città dove si impegna di più, seguita da Milano e Venezia. Ottenere un presito è semplice. Basta mostrare un documento. Uno stimatore valuta l’oggetto. Segue il versamento del prestito che per gli oggetti preziosi non supera mai i 4/5 della stima. La durata del finanziamento varia da tre mesi a un anno ed è rinnovabile (in genere una sola volta salvo deroghe eccezionali). Il tasso di interesse è del 11,7% annuo. I beni che non vengono venduti finiscono all’asta (il 5%). Una regola non scritta sconsiglia di «farsi del male» per cui è di prassi mettersi d’accordo prima dell’asta. Gli oggetti vengono esposti in piazza del Monte di Pietà e nella sala di via del Corso 307. Tra gli scaffali si può vedere di tutto: serivizi di posate, pagode orientali in avorio del valore anche di 4 mila euro, anelli con brillanti, macchine da scrivere, binocoli e stereo. Se prima a gestire il pegno nella Capitale era solo la Banca di Roma, di cui Unicredit Banca di Roma ha assunto l’eredità, oggi stanno spuntando sempre più finanziarie e istituti che erogano questo tipo di prestito. Da questa estate anche il Banco di Sicilia (sempre gruppo Unicredit) ha deciso di attivare questo servizio. In piazza Monte di Pietà, però, ogni ogni mattina va in scena anche un mercato parallelo. In nero. Un gruppetto di uomini avvicina i clienti della banca e offre prestiti maggiorati ma con interessi che spesso possono sfociare nell’usura. Una «tradizione» che si tramanda da anni ma che non è ancora sparita.