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 2010  settembre 16 Giovedì calendario

SUL RING CON LAUREA E SMALTO. DONNE DI BOXE PRONTE PER LONDRA


Le donne con i guantoni hanno il trucco, prendono a pugni la retorica e i pregiudizi. Million dollar baby senza gli strazi di certa letteratura, ma laureate. Che hanno scelto la fatica e per molti anni l´ombra: boxare al femminile in Italia è stato illegale fino al 2001, praticamente l´altro ieri. Ci si allenava, ma quasi clandestine, come una vergogna da nascondere. In palestra ci andava di nascosto Romina Marenda, vicentina dell´84, 60 Kg, campionessa italiana nel 2009. «Facevo atletica, ho studiato design, lavoravo in un museo d´arte. Non proprio una da ring». In effetti. «Da fuori magari pensano che sei una fanatica se fai pugilato, invece io ho trovato la mia vita, a volte estrema, ma l´unica per me possibile». Marenda è nell´Esercito, si allena nel centro sportivo olimpico della Cecchignola a Roma, più campus che caserma, più tute e scarpe da ginnastica che divise. Ci crescono campioni. Molti guantoni rosa italiani si preparano qui per Londra 2012. I primi Giochi aperti alla boxe femminile, 36 atlete in tutto, tre categorie di peso (51-60-75), una conquista ratificata a Berlino nel 2009 dal Cio dopo un´infinità di battaglie.
Il quadrato rimane uno spazio parecchio maschio, miti e glorie al testosterone. «Donna, magari bella, magari militare, che boxa ed è pure intelligente: un´immagine troppo forte». Patrizia Pilo è la capitana della nazionale azzurra, prima donna pugile dell´Esercito, la veterana, la saggia, la più dolcemente arrabbiata: «Si sta spesso sole: è difficile trovare un uomo indipendente e con sufficiente autostima per stare accanto a una compagna che fa uno sport come questo, che ti invade la vita». Romana, 32 anni, 75 kg, le piace un sacco leggere, ha fatto ragioneria ed economia all´università: «Poi ho deviato in tempo prima di diventare triste. Io ho messo i guantoni per conoscere il dolore, il rispetto, l´essenza delle cose». Oppure inizi per caso, come Simona Lucarno di Tortona, «poi però non diventi pugile per niente: stare di fronte ai propri limiti porta sempre da qualche parte, anche ad accollarsi un mutuo a 22 anni come ho fatto io, perché non vuoi più compromessi nella vita». E va anche che inizi magari per dimagrire come Federica Bannò, 31 anni, 64 Kg, «e poi scopri che è l´unico posto, il ring, dove riesci a metterti in discussione: è difficile salirci, ma poi non puoi più scendere. Mi sento fortunata».
Ecco, da lassù certe prospettive si inquadrano meglio, chi sei e che vuoi, e quanti colpi servono per sistemare la tua traiettoria. L´ha capito per caso, per sorpresa, anche il tecnico federale Cesare Frontaloni che le donne fanno così: «All´inizio ero scettico, poi vederle combattere mi ha aperto il cervello: le donne stanno al sacrificio più degli uomini, danno soddisfazione perché non vogliono picchiare e basta, ma capire come si esegue un gesto». Anche se è un cazzotto, e per darlo ti metti lo smalto. Giada Landi la chiamano "miss", ha le unghie laccate, molto sciantosa, le gonne e i tacchi e molto shopping, aspira le parole da livornese doc, è dell´89, è militare dell´Esercito, categoria 54 Kg, «ho iniziato presto con la pallavolo, poi kick boxing perché lo faceva mio padre, quando decisi per il pugilato lui non era granché d´accordo, ma non me l´ha mai impedito». L´ex maschiaccia si chiama Chiara Marzano, napoletana, tatuaggio sulla spalla destra, «mi piacciono i muscoli e la forza, ho fatto tutte le arti marziali e sto per finire l´università, scienze motorie, quando andavo agli esami mi guardavano strano. Eppure io a casa cucino dolci per il mio compagno».
Tre, quattro ore di allenamento al giorno, tante vite da conciliare come fa Terry Gordini di Ravenna, del 1979, sposata da sette anni, «mio marito capisce chi sono e la mia fatica: mi sveglio alle sette di mattina, mi alleno, studio e lavoro in uno studio legale, la sera cucino». Marzia Davide, di Pontecagnano in provincia di Salerno, classe ´80, sposata e con un figlio di quattro anni, campionessa europea nel 2003 e 2004 e campionessa italiana nel 2002, 2004, 2005 e 2007, si è dovuta fermare con la maternità: «Ma non smetto di sognare Londra». Perché dei guantoni non ti liberi, Annalisa Ghilardi, 30 anni, ci ha provato, «ma solo il ring ti libera dalla durezza dei giorni». Coi pugni quotidiani.