Edoardo Segantini, Corriere della Sera 15/09/2010, 15 settembre 2010
LA RIVOLUZIONE INTELLIGENTE DI NOKIA PER ROMPERE L’ASSEDIO DI APPLE E GOOGLE —
«Nokia is back». La Nokia è tornata, ha ruggito il capo della divisione Business Anssi Vanjoki, intervenendo ieri al mega evento aziendale nell’area dei Docks. E in effetti i cambiamenti annunciati potrebbero segnare la riscossa del gigante finlandese: dall’arrivo del nuovo capo (il canadese Stephen Elop) ai nuovi prodotti presentati ieri (gli smartphone N8, C6, C7 e E7). Ma c’è un particolare da tener presente: se la Nokia è tornata, Anssi Vanjoki invece se ne va, lascia l’azienda, deluso per non essere stato incoronato lui come amministratore delegato dopo il licenziamento di Olli-Pekka Kallasvuo.
Ecco, il "Nokia World" è partito così, segnato da un clima estremamente mobile - non solo in senso telefonico - di gente che va, gente che viene e gente che non sa cosa gli accadrà. E non poteva essere altrimenti, considerando che solo tre giorni prima, con un comunicato e una conference call piuttosto ruvidi, era stata annunciata la salita al vertice del primo non finlandese nella lunga storia dell’azienda nordica.
Come cambierà la Nokia sotto la guida del nuovo capo? Un’idea forse la si avrà oggi, se Elop, come dicono, interverrà alla convention londinese. La previsione corrente è che il manager - ex Microsoft, ex Juniper, ex Adobe ed ex molte altre cose - porti a Helsinki una ventata di cultura software, di discontinuità manageriale e di velocità. Dai suoi ex colleghi di Microsoft, l’uomo è descritto come capace, brillante e di mentalità aperta. Doti che serviranno a svolgere il lavoro prestigioso e complesso che gli è stato affidato.
Nokia infatti, pur restando leader mondiale dei telefonini con il 40% del mercato, è sottoposta da almeno tre anni a una doppia sfida che dal 2007 ha fatto cadere il titolo del 67%. Nella fascia alta, hanno colpito duro l’offensiva di Apple con l’iPhone e quella di Google con Android; nel resto della gamma, c’è stata l’ascesa dei produttori asiatici come Samsung e Htc e, ultimamente, delle due tigri cinesi, Huawei e Zte. Una sfida reale anche se i giudizi degli analisti finanziari spesso la esasperano: non bisogna dimenticare che, sebbene in calo rispetto al 2009, nel secondo trimestre di quest’ anno Nokia ha guadagnato pur sempre 660 milioni di euro.
Parliamo insomma di un’azienda ricca. Ciò non toglie che oggi è superata da Apple in redditività. Non solo. La vera sofferenza di Nokia è la perdita di leadership culturale, a lungo mantenuta grazie alla capacità di offrire prodotti disegnati sui bisogni degli utenti - 1,3 miliardi nel mondo - con un design elegante, figlio della tradizione degli Alvar Aalto, e soprattutto con un’attenzione quasi ossessiva alla semplicità. A un certo punto qualcosa nel meccanismo virtuoso si è incrinato e contemporaneamente altri protagonisti geniali hanno preso la guida del mercato e delle mode.
Nokia però sta reagendo. E il risultato di questa reazione si vede nei nuovi smartphone presentati ieri a Londra, frutto del lavoro dell’attuale management. Entreranno in commercio da qui a Natale e rappresentano una combinazione di qualità e prezzi contenuti tipica di un grande produttore di massa. Come dice il vicepresidente Niklas Savander, «vogliamo portare i telefonini intelligenti non solo alle élite ma a tutti gli utenti del mondo».
La partita comunque sarà dura: si tratta di riconquistare il primato non solo nei volumi ma anche nel valore. Contrastando Apple e Googl e , oggi dominanti nel rapporto con gli sviluppatori, sul terreno delle applicazioni, che sono ormai il vero banco di prova: al momento l’Ovi Store ne ha 10 mila contro le 200 mila dell’iPhone. Insomma a Nokia serve una svolta. Stephen Elop è l’uomo giusto? Quale strada sceglierà? Questo è il tipo di domande che circolano tra gli osservatori esterni. Invece all’interno ci si pongono altri interrogativi, comprensibilmente più immediati: quale organizzazione darà il nuovo capo, chi valorizzerà, se e quali altre teste salteranno.
Edoardo Segantini