Antonia Jacchia, Corriere della Sera 15/09/2010, 15 settembre 2010
TORNA LA PAURA DELLE BOLLE, L’ORO ARRIVA AL RECORD STORICO —
L’oro ha ripreso il volo e ieri ha toccato un nuovo record storico: sulla piazza londinese il prezzo dei futures sul metallo prezioso ha raggiunto i 1.269,20 dollari l’oncia. Bruciando il precedente record del 21 giugno a 1.266,50 dollari. Una parabola ascendente, cresciuta a un ritmo del 25% in un anno, e che secondo gli esperti del Gfms, Gold Fields Mineral Services, potrebbe toccare a breve nuovi picchi, ed essere scambiato per fine anno sopra 1.300 dollari.
Sui mercati internazionali, insomma, è corsa al bene rifugio per eccellenza nei momenti di crisi. E in effetti secondo gli analisti questo trend non fa che sottolineare il persistere delle inquietudini degli investitori sullo stato dell’economia mondiale e americana. Da un lato l’indebolimento del dollaro sulle altre valute (mossa che avrebbe contribuito a spostare l’attenzione degli hedge dal dollaro ad altre commodities, denominati in valuta Usa, come appunto l’oro) dall’altro le notizie non molto buone sul fronte dell’economia europea (con la brusca caduta della fiducia tedesca in settembre e il rallentamento a luglio della produzione industriale nella zona euro).
Ma questa volta a scendere in campo sono anche le banche centrali. Se nel 2008 avevano ceduto 232 tonnellate delle loro riserve auree e nel 2009 solo 41, quest’anno potrebbero rivelarsi acquirenti nette, nonostante le dismissioni programmate del Fondo monetario internazionale. «Un chiaro segnale di riabilitazione del lingotto» scrive il Financial Times online: una svolta, secondo il quotidiano inglese. Per la prima volta in 20 anni (quando le banche centrali scambiavano le loro riserve per sostenere i debiti sovrani e consideravano il lingotto un asset poco attraente) le istituzioni monetarie quest’anno torneranno a comperare circa 15 tonnellate di lingotti. Cina, India, Arabia Saudita e altri Paesi, già dall’inizio della crisi, avevano annunciato un incremento delle loro riserve. È di venerdì scorso poi l’annuncio da parte della banca centrale del Bangladesh dell’acquisto di 10 tonnellate d’oro dall’Fmi. Non solo futures. Responsabile del balzo in avanti del metallo giallo è, secondo alcuni, anche l’incremento della domanda di oro fisico. Per avvallare questa tesi si può addirittura andare a pescare nei riti della tradizione hindu. Nel continente indiano il 5 novembre ha inizio il Diwali, il festival delle luci, una delle più importanti ricorrenze religiose durante la quale la domanda di gioielli ha picchi inaspettati. Oppure spingersi fino alla Terra di Mezzo, il secondo consumatore di oro al mondo, dove da settembre cominciano a fervere i preparativi per il Capodanno cinese. E la richiesta del metallo giallo va alle stelle.
Antonia Jacchia