Corriere della Sera 15/09/2010, 15 settembre 2010
LICENZIATI 500 MILA STATALI CUBA AVVIA LA PRIVATIZZAZIONE —
Nuova rivoluzione a Cuba. Il governo ha annunciato una riforma epocale nel mondo del lavoro: entro il 2011 saranno tagliati oltre mezzo milione di posti statali mentre il mercato dell’occupazione sarà contestualmente liberalizzato per permettere la ricollocazione dei dipendenti pubblici in nuove forme di attività, come l’affidamento in gestione di piccoli negozi, l’usufrutto, le cooperative e la libera professione. Tutto questo nel quadro di un processo lanciato dal presidente, Raul Castro, fratello di Fidel, per razionalizzare il settore pubblico e aumentare la produttività aprendo il mercato — anche se per ora non se ne parla apertamente — all’iniziativa privata. Inoltre, secondo un comunicato della Centrale dei lavoratori di Cuba (Ctc, sindacato unico) pubblicato con gran risalto dalla stampa cubana, i disoccupati non saranno più «sussidiati a tempo indeterminato». La previsione di «una riduzione di oltre 500 mila lavoratori nel settore statale e l’aumento del settore non statale» risponde alla riduzione approvata dal Parlamento il mese scorso del numero dei lavoratori pubblici, dove c’è un eccesso di oltre un milione di posti di lavoro. Attualmente, l’85% dei cinque milioni di lavoratori cubani sono dipendenti dello Stato. L’uscita dei dipendenti pubblici sarà graduale e si concluderà a giugno dell’anno prossimo. Per sostenere la misura, il governo autorizzerà la costituzione di nuove imprese private, distribuendo anche terre e infrastrutture statali.