Financial Times, 15/09/2010, 15 settembre 2010
La prigione indiana di Yet Tihar, con 12mila prigionieri la più grande d’Asia, sta spopolando con il suo marchio "TJ’s": vende snack, mobili, pane, torte e vestiti realizzati dai suoi carcerati
La prigione indiana di Yet Tihar, con 12mila prigionieri la più grande d’Asia, sta spopolando con il suo marchio "TJ’s": vende snack, mobili, pane, torte e vestiti realizzati dai suoi carcerati. Ha iniziato a vendere i prodotti nei negozi di New Dehli, poi, considerato il successo iniziale, ha deciso di allargarsi fino all’estero vendendo le cose su Internet. Il negozio on line partirà entro un mese. I carcerati addetti ai pfrodotti TJ’s sono un migliaio, con reati che vanno dallo scippo all’omicidio. lavorano otto ore al giorno per sei giorni a settimana e sono pagati in base alle vendite. I lavoratori esperti, come gli ingegneri o i laureati, guadagnano 52 rupie al giorno (1,13 dollari), quelli qualificati (ma di livello inferiore) sono pagati con 44 rupie al giorno, quelli non qualificati incassano 40 rupie. Tra i prigionieri di Yet Tihar ci sono Mohammed Afzal, militante del Kashmir condannato a morte per un assolto al parlamento indiano nel 2001, e Kobad Ghandi, leader del partito comunista e maoista indiano. L’anno scorso il marchio Tj’s ha fatturato 115 milioni di rupie, soprattutto grazie al pane e agli alimentari. E’ dal 1958 che nella prigione indiana si producono oggetti da vendere, ma prima si lavorava solo su mobili e prodotti chimici destinati al governo. Le vendite al pubblico sono iniziate solo nel 1993, negli ultimi 5 anni Tj’s ha aperto cinque negozi a New Dehli e la gente spesso viene direttamente a fare la spesa in prigione.