Gian Marco Chiocci, il Giornale 15/9/2010, pagina 3, 15 settembre 2010
«La Tulliani ristrutturò l’appartamento» - Prima le presentazioni, poi le rivelazioni choc. Luciano Garzelli è l’italiano più noto a Montecarlo
«La Tulliani ristrutturò l’appartamento» - Prima le presentazioni, poi le rivelazioni choc. Luciano Garzelli è l’italiano più noto a Montecarlo. Avrà una sessantina d’anni ed è uno che conta tanto, ma tanto, nel Principato di Monaco. Gode dell’amicizia personale di sua altezza serenissima Alberto e dell’intera Casa Grimaldi, ed è «il» costruttore monegasco per antonomasia in quanto amministratore delegato del colosso immobiliare Engeco fondato nel 1974 da Stefano Casiraghi. In materia di case e compravendite, da queste parti, nessuno ne sa più di lui. «È la Cassazione del mattone», scherza uno dei testimoni dell’ affaire Tulliani. E testimone prezioso dello scandalo dell’estate è proprio lui, il vulcanico Luciano, al pari del figlio Stefano che il 30 luglio raccontò al Giornale di aver presenziato ai lavori nell’appartamento di rue Princesse Charlotte 14 – quale rappresentante della società di ristrutturazione Tecabat - dove il cognato di Fini (affittuario) controllava e dirigeva direttamente in loco le operazioni di restauro ( pagate dalla società off shore Timara Ltd, proprietaria dell’immobile): «Insomma, c’era un rapporto diretto tra Tulliani e Timara» disse il giovane Garzelli, poi redarguito pesantemente dai superiori per le dichiarazioni incautamente rilasciate a questo quotidiano. Se il figlio ha ricoperto un ruolo marginale, seppur attivo, nella vicenda, il padre è il dominus dell’intera operazione. A lui s’è rivolto l’ambasciatore italiano nel Principato per aiutare l’«esperto immobiliarista » (sono parole di Gianfranco Fini) a trovare società di ristrutturazione a lui gradite per rimettere a posto la casetta monegasca donata dalla contessa Anna Maria Colleoni ad Alleanza nazionale. Incontriamo Luciano Garzelli al termine di una riunione di lavoro, di fronte al porto, a duecento metri dal pulpito da cui sventola la bandiera a scacchi della Formula uno. Si vede subito che ha molte cose da dire anche perché sovrappone concetti e precisazioni. Ecco il botta e risposta. Integrale. Intanto una premessa, signor Garzelli. Se per l’intervista del 30 luglio suo figlio Stefano ha avuto problemi sul lavoro ce ne scusiamo ma... «Niente, non fa niente. Ormai è tutto passato. Non ne parliamo più ». Senta oggi (ieri, ndr ) il Giornale ha riportato le parole del notaio Paul-Louis Aureglia (che ratificò i due passaggi di proprietà dell’apparta- mento oggi abitato da Tulliani e che ha ipotizzato una sorta di truffa al Principato per la violazione di una legge sul dirittodi prelazione sull’acquisto degli immobili «protetti » da parte del governo locale, ndr ). Parla di «stronzate » fatte, di presunte truffe orchestrate intorno all’appartamento... «( Luciano Garzelli legge il Giornale e scuote la testa). Ma lo dico pure io. Con 300mila euro a Monaco si compra un parcheggio e la cosa incredibile è che le autorità monegasche non hanno fatto alcuna operazione (di controllo, ndr ) ». La potevano fare? «E certo. 300mila euro è un prezzo sottostimato». Scusi,ma quanto vale quell’immobile? «Tra un milione e un milione e mezzo». Abbiamo parlato con la Tecabat che ha ristrutturato... «Senta, io con la mia Engeco non c’entro niente.Mi ha chiamato l’ambasciatore (Franco Mistretta, ndr ) che aveva ricevuto una telefonata...- se me lo chiederà il giudice dirò da chi – Luciano c’è questa cosa da fare. Sono andato là personalmente, ho detto sono della Engeco, facciamo grattacieli, case, ponti... e mi han detto, sai siccome c’è un certo personaggio... Allora lì ho sentiti, hanno detto sono una sessantina di metri quadrati però i materiali li portiamo noi. Allora ho detto, grazie arrivederci. E me ne sono andato. E poi mi hanno richiamato». Scusi Garzelli, ma le hanno detto che i materiali li avrebbero portati loro? «Non “li avrebbero”, li hanno portati loro. Qui hanno messo solo in opera i materiali che hanno portato loro. La cucina, le maioiliche, il parquet, i rubinetti ». Ci perdoni, torniamo all’ambasciatore. Esattamente cosa le ha detto? «Mi hanno chiamato per fare un lavoro qui a Montecarlo. Poi mi ha dato un telefono del signor Tulliani». Con la signora Tulliani lei ha avuto rapporti? «Certo. Mi ha chiamato». Perché c’erano problemi nell’appartamento? «Modifiche da fare, i lavori nella stanza, il muro da rompere. Il problema, insisto, è a monte. A quando è stata fatta questa vendita a trecentomila euro». Ci perdoni l’ignoranza.Ma è normale, qui a Monaco, che un semplice affittuario scelga lui i materiali della ristrutturazione e se li faccia arrivare dall’Italia? «Non è normale. Loro hanno fatto così.C’era anche un architetto romano che mi contattava via e-mail. Si chiama (...)». A parte le telefonate con i Tulliani lei ha avuto anche contatti via e-mail, per lettera, via posta, diciamo così, normale? «Scusi, ma che sta facendo il giudice lei? Io su questo punto rispondo solo al giudice. Se me lo chiede lui, glielo dico a lui. Arrivederci».