Claudio Zarcone, Il Fatto Quotidiano 15/9/2010, 15 settembre 2010
HANNO UCCISO MIO FIGLIO
HANNO UCCISO MIO FIGLIO - “Mio figlio Norman lunedì si è buttato dal settimo piano della Facoltà di Filosofia di Palermo. Da quel posto che prima amava tantissimo e poi ha odiato. Aveva 27 anni e si era laureato con 110 e lode in Filosofia della conoscenza e della comunicazione. A dicembre si sarebbe concluso il suo dottorato di ricerca che ha svolto senza ricevere nessuna borsa di studio. Lui lo diceva sempre: mi escludono, vanno avanti solo i raccomandati. I docenti ai quali si era rivolto gli avevano detto che non avrebbe avuto un futuro nell’ateneo. Gli amici mi hanno raccontato che negli scorsi giorni diceva di sentirsi un fallito. Venerdì aveva superato l’esame da pubblicista, si era comprato una macchina fotografica, una telecamera, voleva fare reportage dal quartiere dove viviamo, il Brancaccio. Anch’io sono giornalista, ho fatto per tanti anni l’addetto stampa per esponenti di Alleanza nazionale. Sono ricorso anche alle mie conoscenze per provare a trovargli un lavoretto che gli permettesse di continuare a studiare senza i soldi che avrebbe dovuto ricevere dall’università. Ma mi hanno chiuso tutti la porta in faccia, perché lo scorso luglio ho raccontato a Libero che versavo una parte del mio stipendio ai politici per cui lavoravo. Ma è una prassi che succede ovunque. Allora ho detto a mio figlio che non potevo più aiutarlo, ma di non demordere. Mi diceva che voleva fare un gesto simbolico, io pensavo a qualche articolo di denuncia. Questo gesto definitivo non l’avrei mai pensato e lo considero un omicidio di Stato. L’hanno spinto coloro che non credono nei ragazzi. Non hanno niente da dire il presidente della Regione e il rettore dell’Università?