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 2010  settembre 14 Martedì calendario

Domande e risposte: LA RIFORMA DI BASILEA - Che cos’è «Basilea 3»? E’ una riforma che punta a rafforzare le banche di tutto il mondo dopo la crisi finanziaria, regolando la patrimonializzazione dei vari istituti di credito

Domande e risposte: LA RIFORMA DI BASILEA - Che cos’è «Basilea 3»? E’ una riforma che punta a rafforzare le banche di tutto il mondo dopo la crisi finanziaria, regolando la patrimonializzazione dei vari istituti di credito. Ogni attività che una banca svolge (impieghi, fidi, erogazione crediti o compravendita di titoli) comporta dei rischi. Gli accordi prevedono che le banche mettano da parte una quota di capitale a copertura rischi. Le regole vengono elaborate dal Comitato per la supervisione bancaria di Basilea. Quali sono le ragioni della nuova normativa? Oggi sono in vigore le norme di «Basilea 2», varate nel 2008. Le principali novità riguardano la garanzia di liquidità e i requisiti di capitale delle banche. Per evitare futuri «default» ed eliminare l’incertezza sui mercati, gli istituti dovranno avere un maggior capitale proprio e più soldi in cassa, ovviamente proporzionali ai rischi che assumono. Cosa sono i «ratios» patrimoniali? Le banche devono tenere una quantità di capitale immobilizzato e sempre disponibile per «spegnere» crisi o situazioni di emergenza. Queste riserve devono rappresentare sempre una percentuale minima, ma significativa dei prestiti concessi e dei titoli esposti a perdite chiamate, appunto, attività di rischio. Che cosa cambia per le banche? Il patrimonio di base delle banche (Tier1) dovrebbe salire dal 4 al 4,5% delle attività entro il 2013 per toccare il 6% nel 2019. Inoltre ogni banca dovrà conservare un ulteriore «cuscinetto» di sicurezza del 2,5%. In totale, dunque, alla fine del decennio ogni istituto di credito dovrà detenere riserve «a prova di bomba» pari all’8,5% delle attività. Perché Berlino all’inizio era contraria? Secondo un report dell’associazione delle banche tedesche, i primi 10 istituti del Paese avranno bisogno di nuovi capitali nell’ordine dei 105 miliardi di euro per adeguarsi ai requisiti di «Basilea 3». Questo spiega l’iniziale contrarietà di Berlino al giro di vite bancario e l’alleggerimento delle ultime bozze di accordo. Chi approva i nuovi accordi? Domenica, a Basilea, i governatori delle banche centrali di Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea, Lussemburgo, Messico, Olanda, Russia, Arabia Saudita, Singapore, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Gran Bretagna e Usa, riuniti nel comitato per la supervisione bancaria. La bozza sarà sottoposta ai capi di Stato del G-20, che si riuniranno in novembre a Seul. Quali sono i tempi di applicazione? Le normative entreranno in vigore gradualmente. Il primo step è fissato per il 2013, un passaggio intermedio ci sarà nel 2015 e l’applicazione definitiva nel 2019. La diluzione dei tempi è stata decisiva in fase negoziale per convincere le controparti. Che cosa cambia per le imprese? Un’applicazione troppo rigida di «Basilea 3», che al momento sembra scongiurata, potrebbe costringere le banche ad eccessive ricapitalizzazioni. Una stretta che strozzerebbe il credito a imprese e famiglie, soprattutto verso quel tessuto di Pmi peculiare del nostro Paese. E’ questo il timore delle associazioni di rappresentanza industriale italiane. Quali sono i rischi maggiori? Quello maggiore è un inasprimento del costo del denaro, anche se la spalmatura graduale nel tempo della sua applicazione dovrebbe garantire un atterraggio morbido. Secondo Deloitte, «Basilea 3» potrebbe moltiplicare fino a 19 volte la quantità di capitale che le banche italiane (secondo la Bce uscite meglio dalla crisi delle «colleghe» europee) dovranno avere per far fronte al solo rischio di controparte. Quale sarà l’impatto sull’economia? Secondo le stime, un punto percentuale in più nel rapporto tra capitale delle banche e le loro attività comporterà una riduzione annuale del Pil di solo lo 0,4%. L’effetto però si dovrebbe ridurre a meno della metà per effetto di un incremento del 25% delle riserve di liquidità detenute in pancia dalle varie banche. Che cosa cambia per i consumatori? Per le associazioni dei consumatori le nuove regole sono provvedimenti indispensabili, soprattutto alla luce delle catastrofi verificatesi in passato, a cominciare dal crack Lehman Brothers. A patto che «Basilea 3» dia vita a controlli stringenti, superando la collusione tra organismi di controllo e sistema bancario e vigilando su possibili aumenti del costo del denaro, soprattutto in Italia, dove il differenziale rispetto ad altri Paesi è già superiore dello 0,5% sui mutui e di oltre il 2% sul credito al consumo.