varie, 15 settembre 2010
Norman Zarcone, 27 anni. Di Palermo, laureato con 110 e lode in filosofia del linguaggio, fidanzato e in cerca di un lavoro per sposarsi, stava per completare il dottorato ma negli ultimi tempi a detta del padre Claudio, 55 anni, giornalista e dipendente regionale in pensione, appariva «taciturno e inquieto» perché i docenti gli avevano detto che per lui, nell’ateneo, non c’era futuro
Norman Zarcone, 27 anni. Di Palermo, laureato con 110 e lode in filosofia del linguaggio, fidanzato e in cerca di un lavoro per sposarsi, stava per completare il dottorato ma negli ultimi tempi a detta del padre Claudio, 55 anni, giornalista e dipendente regionale in pensione, appariva «taciturno e inquieto» perché i docenti gli avevano detto che per lui, nell’ateneo, non c’era futuro. Lunedì pomeriggio andò come al solito all’università, salì al settimo piano, si sedette sul davanzale di una finestra a fumare una sigaretta e d’un tratto si buttò di sotto. Qualche giorno prima, in un quaderno lasciato a casa, aveva scritto: «La libertà di pensare e anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta anche se non potrò commentarla». Verso le 16 di lunedì 13 settembre all’università di Palermo.