Frammenti, 14 settembre 2010
Tags : Giorgio De Rienzo
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DE RIENZO, GIORGIO"
Ricerca fatta con “De Rienzo”
«Su ”Sette” del 26 Marzo Giorgio De Rienzo pone nella rubrica ”Da evitare” il mio romanzo In vacanza con il buon samaritano. Padronissimo. Ma mi lasciano perplessa le motivazioni. De Rienzo giudica le ”pagine reali” del libro bellissime ma le mette tra i libri ”da evitare” perché, avendo fatto calcoli accurati, giunge alla conclusione che questo mio romanzo può essere letto ”al costo di 600 lire per pagina”. E con questo? Forse che ogni mia pagina - che lo stesso De Rienzo giudica ”bellissima” - non vale molto più di 600 lire? Anzi, raccomando al mio editore di vendere d’ora in avanti le mie pagine ad un prezzo ancora maggiore».
Lalla Romano, il Corriere della Sera, 05/04/1998
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[…] I poeti amici di Gozzano, come Carlo Vallini, avevano sempre detto che la signora Mautino aveva messo mano al portafoglio. «Ma potevano anche parlare per invidia», faceva osservare il biografo di Gozzano Giorgio De Rienzo.
Mario Baudino, La Stampa 12/4/2007, pagina 37
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[…] A spremerne il sugo nei nuovi scrittori c’è una tendenza in cui la cultura popolare, fatta di canzoni pop e blog, diventa una sorta di enciclopedia di riferimento. Stando ai fatti ci capita oggi di leggere scritti rumorosi di giovani emergenti, che eliminano il silenzio e la lentezza della vecchia letteratura. Confesso: mi sento irrimediabilmente passatista e reazionario. Credo che silenzio e lentezza con cui si scrivono (e leggono) i libri siano beni da salvare, per una sorta di ecologia dell’anima: perché nell’allontanamento dal rumore e dalla velocità ci è rimasta l’unica possibilità di crescere e pensare.
Corriere della sera 19 gennaio 2008, Giorgio De Rienzo
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DE RIENZO GIORGIO Torino 19 maggio 1942. Critico letterario. Collabora col Corriere della Sera. Laurea in lettere nel 1965, in gioventù giocò a basket a livello nazionale. Ha insegnato letteratura italiana contemporanea nell’Università di Torino e all’università del Piemonte orientale ”Amedeo Avogadro”. Ha collaborato con la Stampa. Ha pubblicato saggi su Manzoni e narratori italiani dell’Ottocento. Nel 1995 l’esordio come narratore con Caccia al ladro in Casa Savoia (Mondadori). Altri libri L’indagine (2004), Lettere d’amore di un giudice corrotto (2006), entrambi editi da Marsilio. Nel 2007 Il mostro di Bargagli (Rizzoli).
Fonte: Varie – Scheda 157099
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Siamo un paese dove gli stessi "critici" elogiano se stessi e i saggi dei vicini di banco, e oltre a Berardinelli e La Porta presto sono arrivati anche Giorgio Ficara e Massimo Onofri per timbrare il cartellino "non è un paese per scrittori", ma per saggisti, che sarebbero loro, wow, fighi. Siamo un paese dove ogni giorno la critica giornalistica dà il suo triste spettacolino di sé: apri il "Corriere della Sera" e c’è Giorgio De Rienzo che sale in cattedra per attaccare un’opinione di Vladimir Luxuria riguardo alla «poesia gay» di Montale, sfogli "Panorama" e magari trovi Maria Rosa Mancuso che accusa «la casta dei critici» prendendo Paolo Di Stefano (che paragonerà presto il libro sulla stupidità di Vassalli a Samuel Beckett) come esempio di critico super partes (e perfino citando me tra i critici della casta, come citare Marco Pannella come simbolo di Tangentopoli).
[…] A un oncologo chiedete una laurea e una specializzazione, oltre a una certa esperienza sul campo, e a un critico, o supposto tale, cosa chiedete? Quali libri di critica hanno scritto Giorgio De Rienzo, Maria Rosa Mancuso, Fabrizio Ottaviani, Sergio Pent, Paolo Di Stefano, Mirella Serri, Loredana Lipperini, Camillo Langone, Filippo La Porta e perfino Alfonso Berardinelli, che fra tutti è il migliore ma di certo non è Giacomo De Benedetti (il quale infatti leggeva Proust, mica gli altri critici)? […].
Massimiliano Parente, Libero 24/6/2008, pagina 25
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[…] Non tutti i bersagli polemici sono condivisibili […] ma lo sfogo contro il conformismo della società letteraria si capisce eccome. Sgorlon si sente non solo isolato, ma messo da parte, destinato a un cono d’ombra. Sul Corriere della Sera, a proposito di La penna d’oro, a una recensione positiva di Dario Fertilio ha fatto seguito a tambur battente un molto malizioso pezzetto di Giorgio De Rienzo, abituato a dare voti nelle sue pagelle, che si affretta a ribadire la vulgata critica di Sgorlon buon affabulatore e buon artigiano, ma dal linguaggio debole e lontano dalla alta letteratura […].
Giuseppe Conte, Il Giornale 5/1/2009