Frammenti, 14 settembre 2010
Tags : Jula De Palma
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DE PALMA, JULA"
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DE PALMA JULA (Jolanda) Milano 21 aprile 1932. Cantante. Negli anni Cinquanta portò in Italia lo stile delle grandi vocalist americane. Tra i suoi successi: Sentiero (1955), Nel giardino del mio cuore (1957), Tua (1959, grande scandalo per l’interpretazione giudicata all’epoca troppo esplicitamente erotica), Noi (1960), A.A.A.A.A. adorabile cercasi (1961).
Fonte: Varie – Scheda 157099
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[…]Eppure per decenni il Festival è stato una parola magica. […] All’inizio degli anni Sessanta, quando a fare il reportage per ”L’Europeo” ci andava Oriana Fallaci, Sanremo ha lanciato gli «urlatori», e soprattutto Mina e Celentano, che rappresentavano l’immagine anche fisica di una clamorosa innovazione di voci e di gesti, che importava un’America teppista. […] Una generazione cresciuta fra l’hulahoop, lo scubidù, il twist, e il fantasma del sesso. Difatti, quando Mina canta Tua, una canzone del repertorio di Tonina Torrielli e di Jula De Palma, vengono fuori inclinazioni erotiche esplicite. Ha spiegato Gianfranco Manfredi, cantautore e scrittore, che per la Torrielli era la dichiarazione d’amore coniugale di una donna onesta, modesta, virtuosa, fedele; la De Palma ne fece una cosa spaventosamente sexy, terrorizzando la tv democristiana e giocandosi la carriera; Mina, la «teddy girl» irridente di «bllll... le mille bolle blu», ne ricava una cosa tutta superficiale, niente di importante, una scopatina da considerare con un’alzata di spalle […]».
Edmondo Berselli L’espresso, 03/03/2005
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[PATTY PRAVO] Nella sua autobiografia esalta tre nomi, Battisti, Modugno e Vasco Rossi. Nessuna donna. «Ci metterei Jula De Palma. Quando cantava ”Tua tra le braccia tue, era avanti di vent’anni” […]».
GIANCARLO DOTTO, La Stampa 4 febbraio 2008
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[…] Domenico Modugno apre nel 1958 la pagina delle canzoni d’autore. […] l’anno seguente scoppia uno scandalo gigantesco. Un bel passo indietro. Con Tua , cantata da Jula De Palma. Interprete bravissima, di impostazione jazzistica. Una voce calda, sensuale. Nella sua performance, quella canzone quasi ricordava un amplesso. Un oltraggio per quell’Italia bacchettona […].
Giuliano Capecelatro, Liberazione, 17/2/2009