FEDERICO RAMPINI, la Repubblica 14/9/2010, 14 settembre 2010
IL DECLINO DELLE ARMI
Il business della guerra perde colpi. Nel 2009 il commercio mondiale di armi ha subito una pesante battuta d´arresto: le esportazioni sono cadute a quota 57,5 miliardi, una perdita dell´8,5% rispetto all´anno precedente. È il livello più basso dal 2005. Lo rivela il Congressional Research Service. Pur incassando un vistoso calo, gli Stati Uniti con 22,6 miliardi restano di gran lunga leader mondiale nelle vendite di armi, controllando una quota del 39% di tutto il commercio internazionale. Sono seguiti a notevole distanza dalla Russia, 10,4 miliardi di export militare, dalla Francia con 7,4 miliardi, poi Germania Italia Cina e Inghilterra. Gli sbocchi principali per le vendite di armamenti sono di gran lunga i paesi emergenti che nel 2009 hanno assorbito 45 miliardi di prodotti bellici. I maggiori clienti non sono stati paesi situati in aree di guerra o particolarmente esposti a potenziali conflitti: il primo acquirente tra i paesi emergenti è stato il Brasile seguito dal Venezuela. È solo dietro di loro che si piazzano i soliti sospetti come Arabia saudita, Taiwan e altri paesi del Medio Oriente. Il declino del commercio di armi, spiega il rapporto, "è dovuto alla severa recessione internazionale". Finalmente un motivo per festeggiarla.