Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 14 Martedì calendario

Zorzi Renzo

• Montorio Veronese (Verona) 13 settembre 1921, Albisano (Verona) 1 febbraio 2010 • «[...] un antesignano di quello che oggi si definirebbe un manager culturale. Dal 1965 al 1986 è stato il responsabile delle relazioni culturali dell’Olivetti e dal 1988 al 2001 è stato segretario della Fondazione Cini. Partigiano in Giustizia e Libertà, diresse dopo la Liberazione il giornale Verona Libera e poi iniziò la sua attività nella casa editrice De Silva. Qui pubblicò, nel 1947, Se questo è un uomo di Primo Levi, il cui manoscritto era stato rifiutato da Einaudi e che la casa editrice torinese stampè nel 1958. Approdato alle Edizioni di Comunità, fu collaboratore attivo di Olivetti, occupandosi della rivista Comunità e organizzando mostre e convegni. Fu uno degli interpreti di quel grande progetto politico e culturale che aveva il suo fondamento nell’idea comunitaria. Zorzi sostenne anche l’attività di Carlo Cassola: La ragazza di Bube nacque da un reportage che commissionò allo scrittore per Comunità. Ha pubblicato nel 1988 L’estate del Quarantadue (Rusconi), quindi Nella trama della storia (Marsilio, 1990), Gli anni dell’amicizia (Neri Pozza, 1991) e Cesare Beccaria. Il dramma della giustizia (Mondadori, 1996). Il suo esordio avvenne nel 1962 con 500 quintali di sale» ("la Repubblica" 4/2/2010) • «[…] è stato per decenni una figura molto nota e apprezzata, non solo nell’ambiente culturale, pur riuscendo a rimanere sempre accortamente estraneo alle “mode” e alle “scuole”, così spesso arbitrarie e stucchevoli […] dopo una giovanile esperienza nelle file di Giustizia e Libertà, durante i drammatici anni dell’ultima guerra aveva saputo rafforzare quella coerente fedeltà agli ideali democratici che presto doveva porlo al fianco di un’altra personalità singolare come è stato Adriano Olivetti, che lo ha voluto subito con sé in quella robusta “impresa” che è stata “Comunità”», sia come casa editrice, sia come rivista: entrambe lontane da ogni rigido schieramento “partitico” e molto attente nei confronti della sociologia e dell’urbanistica. Non solo: alla prematura scomparsa di Olivetti, dal 1965 fino all’86 Zorzi si era impegnato come responsabile delle relazioni culturali della Olivetti […] aveva una figura caratteristica, con il volto severo, talvolta venato di malinconia, eppure sempre percorso da lampi di grande vivacità e curiosità intellettuale. A prima vista poteva apparire fin troppo riservato, talvolta quasi appartato; e invece, aveva simboliche antenne, vigili e pronte, che denotavano il suo “stile”, inconfondibile e mai ostentato. Nascono da qui […] i molteplici interessi, di cui Zorzi ha saputo dare testimonianza, anche in campi fra loro notevolmente diversi. Per esempio, quando è stato fra i promotori di due grandi, e memorabili, mostre: quella dedicata ai Cavalli di San Marco e l’altra a Mantegna, che seppero ottenere così tanto successo a Londra e a New York. Senza contare il gusto artistico, di cui Zorzi ha dato prova anche nei confronti del lavoro di personalità contemporanee, come lo scultore Mario Negri. Per queste doti, che comportavano anche una non facile competenza manageriale, nel 1988 era diventato segretario generale della Fondazione Giorgio Cini di Venezia: incarico che ha saputo mantenere fino al 2001. Questa sua grande, e comprovata, capacità lavorativa non ha, però, impedito a Zorzi di ritagliarsi personalissimi spazi, dove coltivare in piena libertà una forte passione per le lettere, di cui ha lasciato alcuni esempi […] destinati a resistere nel tempo […] 500 quintali di sale […] L’estate del Quarantadue, pubblicato da Rusconi nell’88 e risultato subito meritevole di vincere il Premio Comisso. Ma è soprattutto la raccolta Nella trama della storia, edita da Marsilio nel 1990, che mette in piena luce la forte capacità di Zorzi di “rivisitare” — sempre con molta intelligenza e originalità interpretativa — tutto quel composito mondo, in cui lui stesso ha voluto porre in evidenza il vivace mosaico di “figure e percorsi intellettuali fra Ottocento e Novecento”» (Arturo Colombo, “Corriere della Sera” 3/2/2010).