Financial Times, 14 settembre 2010, 14 settembre 2010
L’Arabia Saudita sta scoprendo di essere ricca anche di gas non convenzionale, e questo le consentirà di soddisfare la crescente domanda energetica interna e continuare a esportare petrolio ai ritmi attuali
L’Arabia Saudita sta scoprendo di essere ricca anche di gas non convenzionale, e questo le consentirà di soddisfare la crescente domanda energetica interna e continuare a esportare petrolio ai ritmi attuali. Jhalid Al-Falih, l’amministratore delegato di Saudi Aramco, la compagnia nazionale dell’energia, dice che le riserve stimate di shale gas, il metano che si ottiene dalle pietre scistose, come l’argilla, ammontano a 8mila miliardi di metri cubi. Cioè il doppio di quanto si credesse. La notizia è particolarmente sorprendente se si considera che negli ultimi cinque anni le compagnie petrolifere di mezzo mondo hanno cercato il petrolio in Arabia nella zona del deserto Rub al Khali (che significa il Quartiere vuoto) con risultati molto deludenti. Il gas non convenzionale, reso accessibile dalle innovazioni tecnologiche, sta trasformando lo scenario energetico dell’America del Nord. Le riserve canadesi stanno spedendo i prezzi dell’energia ai livelli più bassi degli ultimi sette anni.