Fosca Bincher, Libero 14/9/2010, 14 settembre 2010
SILVIO HA IN TASCA I 22 ANTI FINI
Il totalizzatore ha detto 22. A tanto potrebbe crescere il nascente gruppo parlamentare della responsabilità istituzionale che fra qualche giorno potrebbe costituirsi alla Camera dei deputati, disposto a votare la fiducia ai cinque punti programmatici del governo di Silvio Berlusconi. Quel gruppetto, che il premier scherzosamente ha ribattezzato “la legione straniera”, dovrebbe pescare ad ampio raggio, un po’ nelle fila della maggioranza, un po’ nella terra di mezzo di chi non è pregiudizialmente né ostile né favorevole al Cavaliere, e per quasi metà anche nelle fila dell’opposizione. Il punto sull’operazione è stato fatto ieri dal presidente del Consiglio con il segretario repubblicano Francesco Nucara, che da qualche giorno sta sondando i colleghi per comprenderne disagi e prospettive politiche. Mettendo insieme il puzzle dei colloqui fatti, è emerso che la consistenza del gruppo potrebbe ammontare a più delle 20 unità necessarie. Secondo le previsioni entrerebbero cinque parlamentari portati da Vincenzo Scotti (Noi Sud), due repubblicani e 3 liberaldemocratici. Altri due farebbero un passo indietro da Futuro e Libertà, gruppo al quale avevano appena aderito. E sono dodici. Gli altri dieci verrebbero tutti dalle fila dell’opposizione: 6 dall’Udc, 2 dall’Api di Francesco Rutelli e altri due dall’Italia dei Valori. A sentire Berlusconi i deputati disposti alla nuova avventura sarebbero stati una trentina, ma Nucara ha raffreddato il cavaliere su alcune certezze. Gli ha consigliato ad esempio di non inseguire il voto di Riccardo Merlo, deputato eletto nella circoscrizione argentina oggi aderente al gruppo misto - componente liberaldemocratica e repubblicana: sarebbe stata corsa defatigante e inutile. Altro gruppetto, quello del Mpa di Raffaele Lombardo con cui ha trattato il premier direttamente, è disposto a votare al fiducia e a cambiare sui singoli provvedimenti l’atteggiamento ostile di questi mesi, ma non a confluire nel nuovo gruppo parlamentare. Aperto su ipotesi di sostegno al governo sia sulla fiducia generale che sui disegni di legge anche il gruppetto delle minoranze linguistiche. Ma il loro esponente di punta, Siegrfied Brugger della Svp, non ha alcuna intenzione di lasciare la presidenza che ha (e che manterrà anche perdendo forze) del gruppo misto. Messi giù i numeri, è già partita la caccia all’uomo della legione straniera, scatenando roventi polemiche in Parlamento. Non si trovano ovviamente conferme sui nomi, anche per non irritare i diretti interessati che preferirebbero una gestione più politica dell’operazione cercando di non essere semplici stampelle di complemento all’esecutivo. A gridare alla compravendita è stata subito l’Idv, che ha sentito circolare la storia dei due pronti a lasciare Antonio Di Pietro. A dire il vero uno dei due è già stato espulso dal gruppo dopo un’avviso di garanzia: si tratta di Americo Porfidia. Sull’altro massimo riserbo. Anche se la rosa dei “pa - pabili” si è ristretta a due nomi: Renato Cambursano e Antonio Razzi. Più facile individuare chi è pronto a fare le valigie dall’Udc di Pierferdinando Casini: il grosso viene dalla truppa siciliana, che è già uscita rumorosamente allo scoperto dissentendo dalla linea del partito emersa a Chianciano. Si tratta dunque di Calogero Mannino, Francesco Saverio Romano, Giuseppe Drago, Giuseppe Naro e Giuseppe Ruvolo. Più difficile individuare il sesto, anche se in serata era circolata l’ipotesi di Luca Volontè. Poche indiscrezioni invece per individuare i due pronti a trasferisi dalla componente rutelliana del gruppo misto. Si può escludere dal gruppo con certezza Bruno Tabacci e Linda Lanzillotta. Su tutti gli altri è iniziato il toto-candidato. Restano i due pronti a tornare indietro da Futuro e Libertà, cui probabilmente pensano di avere dato una adesione troppo frettolosa. Anche qui massimo riserbo e nessuna conferma ufficiale. Ma circolano le ipotesi di Souad Sbai e Catia Polidori, entrambe a disagio con i colonnelli del nuovo gruppo. Dalla bozza di nomi alla costituzione reale del gruppo della responsabilità passeranno ancora giorni, trattative ed agguati in grado di renderne la formazione assai ballerina fino all’ul - timo. Ma al di là dei numeri Berlusconi ha raggiunto una certezza: il gruppo di Fli sarà molto meno determinante di quanto non pensino i fondatori. E con il rinnovo delle presidenze delle commissioni in vita, il cavaliere ha un’arma in più per anestetizzare ulteriormente la truppa dei finiani.