Francesco Piccolo, l’Unità 13/9/2010, 13 settembre 2010
IL REBUS DEL CANDIDATO MODERATO
La storia delle primarie è cominciata nell’ottobre del 2005, con la stracciante vittoria di Prodi contro candidati che non avevano nessuna possibilità di competere. Quella volta il partito maggiore dell’opposizione (Ds) scelse di non avere un proprio rappresentante. Sarebbe stato Veltroni, ma si preferì non candidarlo: aveva troppe probabilità di vittoria. Perché non avrebbe dovuto vincere? La risposta è la solita da quando è nato il bipolarismo: per vincere le elezioni, il centrosinistra ha bisogno di un candidato premier moderato. In queste settimane, l’affermazione più ricorrente riguardo il candidato premier del centrosinistra
rimane quella: c’è bisogno di un moderato. È un ragionamento che non mi ha mai convinto, ma proviamo a prenderlo per buono. Ci sono esperienze recenti e meno recenti che suggeriscono che nelle primarie, gli elettori del centrosinistra prediligono i candidati meno moderati. Quindi, come si fa? Il candidato moderato che potrebbe vincere le elezioni, ha molte probabilità di perdere le primarie. Il candidato meno moderato che può vincere le
primarie, ha pochissime probabilità di attrarre il voto dei moderati alle elezioni. Quindi l’unica soluzione a questo paradosso è: bisogna candidare un moderato e fare in modo che vinca le primarie. Come si fa? Bisogna tornare all’ottobre 2005: non far candidare quelli che possono vincere le primarie in favore di una vittoria di chi le perderebbe. Bisognerà proteggere il candidato moderato dai suoi elettori, perché non lo vogliono.