Filippo Gentiloni, il manifesto 12/9/2010, 12 settembre 2010
CON L’ISLAM UN DIFFICILE CONFRONTO
La visita di Gheddafi in Italia ha riportato in primo piano l’Islam e il Corano anche da noi. Dice il settimanale protestante Riforma: «Lo stesso governo che accoglie con il tappeto rosso il rais libico non intende riconoscere ai musulmani immigrati i diritti e le garanzie previste dalla Costituzione». I musulmani immigrati sarebbero, così, musulmani di serie B.
Nonostante le cifre che sono, a dir poco, significative. Eccone alcune: in Italia la percentuale di islamici fra gli immigrati è dell’1,9 (in Francia è dell’8, in Spagna del 2,2); i luoghi di culto islamici sono 749 mentre nel complesso dei paesi europei sono poco più di 10 mila. In Italia il numero massimo (123) è in Lombardia, seguita dal Veneto (110) e dall’Emilia Romagna (104), Meno di tutti in Abruzzo (13).
ALTI E BASSI LIVELLI
Comunque in Europa non si ha l’impressione di un mito che ritorna, quello di un Islam conquistatore. È vero che in Svizzera di recente in un sondaggio sulla costruzione di minareti il «no» ha prevalso largamente sul «sì» superando la tradizionale posizione della destra che aveva proposto il referendum.
In Italia si è avuto il caso di Genova. La Giunta ha approvato alla fine di dicembre la convenzione che stabilisce le modalità con cui il Comune darà in concessione alla comunità islamica per 60 anni una area di oltre 5000 metri quadri. Non sarà pagato alcun canone di affitto; la comunità cederà al Comune 91 metri quadri in un altro quartiere. La zona scelta per la moschea è quasi abbandonata.
È stabilito che la comunità islamica deve costituire una fondazione islamica moderata che abbia come responsabili cittadini genovesi. L’opposizione ha protestato. Ma un consigliere comunale del Pdl: «Sono favorevole alla moschea, è questione di civiltà: l’importante è che l’edificio sia di alto livello». L’imam: «Aspettavamo dal 2005». Il difficile confronto , con i suoi alti e bassi, continua.