Elena Lisa, La Stampa 13/9/2010, pagina 80, 13 settembre 2010
Domande e risposte: Perché i precari protestano? - Continua la protesta dei precari contro la riforma del ministro Gelmini
Domande e risposte: Perché i precari protestano? - Continua la protesta dei precari contro la riforma del ministro Gelmini. Qual è la ragione principale del disagio? La riorganizzazione scolastica annunciata dal ministro prevede una riduzione della spesa pubblica di circa 7, 8 miliardi di euro che equivale a un taglio di personale di circa 87 mila insegnanti precari e 44 mila tecnici. Quanti sono i precari nella scuola italiana? Quelli iscritti nelle graduatorie, che aspettano cioè l’assegnazione di una cattedra, sono circa 150 mila. Sono insegnanti che lavorano - o sono in attesa di occupazione - con contratti atipici o contratti a tempo determinato in ogni ordine di scuola, elementare, media e superiore. Quante forme di precariato esistono? I precari sono raggruppati in tre fasce: la prima include i laureati in possesso di abilitazione all’insegnamento e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento. Nella seconda fascia ci sono gli abilitati, non inclusi in graduatoria, e nella terza i laureati senza abilitazione. Cosa sono le graduatorie ad esaurimento? Sono le graduatorie provinciali formate con l’ultimo concorso pubblico, che risale al 1999. Ne fanno parte coloro che sono in possesso di laurea e hanno superato l’esame alla scuola di abilitazione Ssis. Perché si chiamano ad esaurimento? Precedentemente al 2006 si chiamavano «permanenti». L’ex ministro Fioroni, incaricato dal governo Prodi, le ribattezzò «ad esaurimento» garantendo che entro il 2011 i precari iscritti sarebbero stati tutti assorbiti. Esistono graduatorie «speciali»? Solo quelle «d’istituto» utilizzate per supplenze brevi. In questo caso i precari - specialmente di terza fascia - prendono direttamente contatto con i presidi. Sono graduatorie aggiornate ogni tre anni e l’assegnazione della supplenza dipende dal punteggio dell’insegnante precario. Quando un precario riesce ad assicurarsi un lavoro quali requisiti deve avere? Ad agosto e settembre i precari vengono «chiamati» negli uffici scolastici provinciali dove sono decise le nomine annuali. Compito degli uffici è valutare il numero delle cattedre disponibili in tutta la provincia e incaricare il numero di precari corrispondente. Si aggiudica il posto chi ha un punteggio più alto, per titoli e meriti, e sta in cima alla graduatoria. Qual è lo stipendio medio di un insegnante precario? È quello base previsto per i docenti di ruolo e si aggira attorno ai 1.300 euro al mese esclusi luglio e agosto: le cattedre per un precario incominciano a settembre e si concludono a giugno. Per le sessioni degli esami estivi l’assunzione - il contratto è a tempo determinato - viene prolungata. Se un precario viene chiamato a ricoprire un orario ridotto rispetto alle 18 ore a settimana lo stipendio è attorno ai 900 euro. I loro contratti di lavoro non prevedono scatti di anzianità. Quali sono le cause della precarietà? In termini pratici è il risultato di una mancata conversione delle supplenze annuali, anche quelle reiterate nel tempo e con una certa frequenza, in assunzioni di ruolo. I «comitati precari» ritengono si tratti di una trasformazione possibile e «doverosa» e citano spesso la soluzione dell’ex ministro Fioroni che prevedeva, appunto, la stabilizzazione di tutti i precari in graduatoria. Per il governo attuale, invece, l’assorbimento totale appare «utopico» e la spesa di denaro pubblico, per la scuola, così com’è organizzata, «eccessiva». Nessun precario, quindi, verrà ancora assunto? Dall’incarico del ministro Gelmini, sono diventati di ruolo circa 20 mila insegnanti precari - 10 mila quelli assunti quest’anno -. Non è escluso che il sistema scolastico preveda, in futuro, altre assunzioni, ma è impensabile che l’intero numero venga assorbito nel giro di pochi anni. Qual è il periodo medio che un laureato abilitato all’insegnamento trascorre nella precarietà? La media va dai cinque ai dieci anni, ma la situazione nel Paese non è omogenea. Nel nord Italia, infatti, i precari che appartengono alla prima fascia (i laureati con abilitazione Ssis) sono, nel tempo, diventati praticamente tutti di ruolo. Da assorbire restano gli iscritti nelle graduatorie di terza fascia (laureati senza abilitazione). Diversa è la situazione nel Sud: in attesa di regolarizzazione sono docenti precari ormai alla vigilia dell’età pensionabile.