Marianna Aprile, Novella 2000, n. 37, 16/09/2010, pp. 43-44, 16 settembre 2010
Mariano Apicella. A chi l’ha definito “il menestrello di corte” ha risposto che canta per tutti, basta che paghino
Mariano Apicella. A chi l’ha definito “il menestrello di corte” ha risposto che canta per tutti, basta che paghino. «La prima volta che incontrai il presidente a Napoli era con Fini,e in quell’occasione cantai anche per lui. E un mese dopo ancora, ad Arcore, e a molte altre cene del presidente. […] Mi chiese Pigliate ‘na pastiglia. […]». Ha cantato anche Gianni Agnelli, la vigilia di Natale del 2002. «Lui mi chiese una canzone napoletana antichissima, Scomunicato. Una cosa da esperto, non me l’aspettavo. Poi nel 2006 ho cantato pure a una festa a Roma di Marella Agnelli». L’ultima volta che ha cantato per Veronica Lario è stata nel 2003. «Le piace la musica brasiliana, ama Toquinho. Mi chiese anche di cantare una canzone napoletano che si intitola Indifferentemente». Alle cene del premier ci sono sempre dei potenti. «A George Bush è piaciuta Tempo di rumba, scritta da Berlusconi. Putin ascolta, ma non è tipo da ballare sui tavoli o da lasciarsi travolgere dalla musica. Tony Blair suona la chitarra e quando è stato ospite con la moglie a Villa La Certosa ha anche suonato, e la signora Cherie cantava. Sono molto simpatici». *** Ha due figli, Antonio, che studia informatica e Ylenia, che vuole fare la truccatrice.