Massimo Pisa, la Repubblica 13/9/2010, 13 settembre 2010
COMO, SI UCCIDE DAVANTI ALL’OSPEDALE A TERRA LA TESSERA PER DONARE GLI ORGANI - MILANO
Aveva preparato tutto con cura. Casa riassettata e lustra, frigo vuotato, spazzatura buttata via, la divisa da guardia giurata stirata e piegata nell´armadio. Aveva deciso di non dormire l´ultima notte e di andare in borghese sul posto dove si sarebbe tolto la vita. E nel taschino della camicia aveva infilato il suo tesserino dell´Aido, l´Associazione italiana donatori d´organi, un documento che si ottiene compilando un semplice modulo, senza versamenti né visite: era sicuro che sarebbe stato il primo posto dove avrebbero cercato. Ed era altrettanto sicuro che avrebbero espiantato il suo cuore, i reni, forse i polmoni, insomma che avrebbe continuato a vivere in qualche modo nel corpo di un malato in attesa di trapianto. È arrivato davanti ai giardini dell´ospedale Sant´Anna di Como, ha posteggiato, si è fermato in mezzo a una delle due grandi aiuole vicine all´ingresso, ha puntato la pistola d´ordinanza sotto il mento e ha fatto fuoco.
Gli è andata male, due volte. Perché l´uomo, un metronotte 37enne dipendente dell´istituto Vedetta 2 di Como (non è quella che fa la vigilanza all´ospedale), originario di Gallarate ma residente nel capoluogo in riva al Lario, si è effettivamente suicidato, è morto sul colpo. Ma il suo cadavere è stato ritrovato solamente alle 8, più di tre ore dopo lo sparo fatale. «Ci era sembrato un petardo, al momento - hanno spiegato gli infermieri del pronto soccorso ai carabinieri della compagnia di Como, guidati dal maggiore Donato Di Gioia - e non ci avevamo fatto caso. Soltanto stamattina lo abbiamo visto supino sul prato, abbiamo visto la pistola e abbiamo capito». E a quell´ora, l´espianto di organi, di quelli almeno rimasti intatti, non era più possibile. Ai militari è toccato ricostruire la storia del suicida: sofferente di depressione fin dall´adolescenza, senza genitori né compagna, viveva da solo e aveva riallacciato soltanto da pochi mesi i contatti con l´unica sorella, dopo anni di distacco. A lei era indirizzato l´unico biglietto trovato in tasca al suicida. E quel tesserino Aido, l´altro messaggio per l´ospedale, rimasto lettera morta.