Giuliano Vigni, Avvenire 11/09/10, 11 settembre 2010
L’E-BOOK CRESCE, MA IL PUBBLICO CHE NE PENSA ?
Questa volta (una volta tanto!) le notizie e i dati sul libro elettronico non ci giungono dagli Stati Uniti, ma dalla Francia. L’Ipsos MediaCT ha condotto un’interessante indagine sul pubblico dei libri elettronici e, siccome la Francia ha una fisionomia di mercato e di lettura abbbastanza simile a quella dell’Italia, lo studio offre dati e considerazioni molto utili anche per noi. Premesso che il 15% dei francesi, il 18% dei lettori e il 19% dei ’lettori forti’ si dichiara interessata al libro elettronico (cifre ancora basse, ma si deve tener conto che anche in Francia siamo agli inizi), la sensazione di fondo è che ci sia ancora un’idea vaga sulle opportunità offerte dall’ebook. Quelli che invece hanno opinioni un po’ più chiare e precise ritengono che l’offerta di libri elettronici sia ancora povera e anche molto costosa per quanto riguarda l’acquisto dei supporti di lettura, ma che in prospettiva le opportunità saranno buone e convenienti. Un primo dato complessivo è che l’87% del pubblico attuale riconosce che la lettura di un libro elettronico sia differente da quella di un libro a stampa: il 36% dei lettori non interessati considera, anzi, che un ebook sia un libro di carta in peggio, mentre il 18% di quelli interessati lo considera un libro di carta in meglio.
Quello che spinge di più a leggere in digitale i lettori attuali è il fatto che i libri siano meno cari (29%), sia più facile l’accesso (27%), si possano recuperare libri esauriti (26%). I lettori potenziali (ancora molto lontani, però, dall’acquisto) ritengono invece che la prima ragione per loro di un possibile accesso sia quella di poter consultare libri non più in commercio (46%), di avere a disposizione un catalogo molto ricco (38%), di usufruire di prezzi molto più bassi (37%). Su quest’ultimo punto tutti i differenti tipi di pubblico sono d’accordo: si attendono una riduzione di prezzo intorno al 40% rispetto al libro di carta. Sono anche concordi nel ritenere che le loro intenzioni d’acquisto sono sostanzialmente legate a tre elementi: la possibilità di ’possedere’ l’opera, ossia di utilizzarla come si vuole (stamparla, prestarla, trasferirla facilmente su supporti diversi); la possibilità di ’muoversi’ a piacimento dentro l’opera (sottolineature, annotazioni, ricerca per parole-chiave, ecc.); la possibilità di avere un prodotto ’finito’, attraente e comodo (per i contenuti, la grafica, il confort, la praticità, l’utilità...). Con gli anni, sarà poi la pratica a far decidere se il libro elettronico avrà soddisfatto pienamente le attese iniziali e le scelte più oculate da compiere di volta in volta. Considerando anche che le tecnologie si sviluppano e accavallano a ritmi impressionanti: senza dimenticare, cioè, che i supporti tecnologici sono fatti per essere consumati e per rendere inutili in fretta quelli precedenti (altrimenti come si produrrebbero e venderebbero i supporti nuovi?) e che quindi, come tutti facciamo esperienza, non c’è niente di più fragile, deperibile e con più rapido tasso d’invecchiamento delle cosiddette ’nuove tecnologie’ (quelle antiche, vedi i papiri o la stessa carta, durano secoli). Comunque sia, la direzione di marcia è ormai anche questa.