MdF, Corriere della Sera 11/9/2010, 11 settembre 2010
M.d.F.) Il numero uno di Deutsche Bank, Joseph Ackermann, prepara un mega-aumento di capitale di 8-9 miliardi di euro per completare l’acquisto di Postbank e battere in velocità le altre banche del globo, adeguandosi in anticipo alle nuove regole sul capitale e la liquidità per gli istituti di credito, in via di decisione dopodomani a Basilea da parte dei governatori di 27 paesi del mondo
M.d.F.) Il numero uno di Deutsche Bank, Joseph Ackermann, prepara un mega-aumento di capitale di 8-9 miliardi di euro per completare l’acquisto di Postbank e battere in velocità le altre banche del globo, adeguandosi in anticipo alle nuove regole sul capitale e la liquidità per gli istituti di credito, in via di decisione dopodomani a Basilea da parte dei governatori di 27 paesi del mondo. Ma la Borsa, presa di sorpresa dalla tempistica e dall’ampiezza dell’operazione in preparazione — la maggiore da dieci anni a questa parte, dopo il collocamento di Deutsche Telekom — non ha gradito la prospettiva e il titolo è arrivato a perdere oltre il 5,7%. Secondo l’indiscrezione, riportata ieri dai quotidiani «Financial Times» e «Handelsblatt», Deutsche Bank potrebbe annunciare l’aumento di capitale già all’inizio della prossima settimana, o comunque a brevissimo termine. Generalmente l’istituto di Francoforte non commenta le voci di Borsa, tuttavia ieri ha confermato che «ha senso» completare l’acquisizione dell’ex colosso bancario della poste, di cui Deutsche controlla già quasi il 30%. Tuttavia, l’acquisizione di Postbank costerebbe solo 3-4 miliardi e quindi l’aumento di capitale servirebbe anche a rafforzare i requisiti di capitale sia dell’ex istituto delle poste, promosso solo con un «sei politico» agli stress-test, sia della stessa Deutsche. Da qui i dubbi del mercato perfino sulla prima banca tedesca, ritenuta la più solida della Germania. Ma la mossa strategica di Ackermann punta a ottenere condizioni migliori nei mercati rispetto all’ondata di ricapitalizzazioni attese dalla concorrenza, pari a 105 miliardi per le sole prime dieci banche tedesche. Ma il top manager svizzero, con l’acquisto della maggiore banca al dettaglio tedesca, con 14 milioni di clienti, punta anche a riequilibrare la preponderanza dell’investment banking nella struttura di Deutsche. E recentemente ha potenziato anche il private banking, con l’acquisto del marchio nobile Sal. Oppenheim, e punta ora a sviluppare l’asset management. Passi interpretati come un segnale che il candidato alla successione di Ackermann, una volta riposizionato l’istituto, potrebbe essere un tedesco, in luogo del "chiacchierato" investment banker indiano Anshu Jain. E nei giorni scorsi a Francoforte è spuntato il nome dell’ex stratega di Deutsche ed ex ceo di Hre, Axel Wieandt, proveniente da una famiglia di banchieri e appena rientrato in Deutsche per integrare le nuove acquisizioni.