S. Car., Il Sole 24 Ore 10/9/2010, 10 settembre 2010
IL GIAPPONE AI CINESI: «PER FAVORE NON COMPRATE IL NOSTRO DEBITO»
«Per favore, non comprare i miei bond». È il messaggio implicito lanciato alla Cina dal ministro delle finanze giapponese Yoshihiko Noda nel corso di una audizione parlamentare sul tema del superyen.
Ovviamente non ha usato parole così brutali, ma il senso è chiaro: Noda ha dichiarato che il Giappone vuole spiegazioni da Pechino sul perché, di recente, abbia acquistato un alto volume di bond nipponici. «C’è qualcosa di innaturale nel fatto che la Cina possa comprare bond governativi giapponesi e il Giappone non possa comprare bond cinesi: c’è spazio perché i due governi discutano al fine di migliorare la situazione».
Non è che Tokyo muoia dalla voglia di imbottirsi di titoli di stato cinesi o soffra per i controlli sui capitali che Pechino mantiene: il problema è che Pechino ha comprato J-bond, nel primi 7 mesi dell’anno, per il record di circa 2.300 miliardi di yen, con una accelerazione a partire da maggio. Una mossa che è sospettata di aver contribuito all’ascesa dello yen. In realtà, per gli analisti l’effetto-Cina sullo yen è trascurabile. Conta forse di più che il governo di Naoto Kan debba mostrare di agitarsi, visto che il 14 settembre si tengono le cruciali elezioni per la guida del partito (e quindi del paese) e lo sfidante del premier, Ichiro Ozawa, si distingue nel chiedere un intervento diretto sui mercati.