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 2010  settembre 16 Giovedì calendario

PER I RICCHI NON C’È CRISI


I Paperoni d’America non si sono impoveriti. Tutt’altro. Hanno dribblato senza problemi la Grande Recessione. Lo rivela un rapporto pubblicato dal settimanale "The New Yorker", secondo cui il reddito dell’1 per cento dei contribuenti che si posizionano al vertice della piramide fiscale statunitense e guadagnano più di 2 milioni di dollari l’anno, tra il 1980 e oggi è cresciuto del 700 per cento. Per la famiglia media, invece, il reddito è cresciuto nel periodo solo del 22 per cento. Questo significa che se nel 1980 un super ricco guadagnava 1,5 milioni di dollari, ora ne guadagna 11,5. Complessivamente, l’1 per cento della popolazione del Paese guadagna tanto (se non di più) quanto guadagnano i 120 milioni di americani che si trovano al fondo della classifica dei redditi. Quando si esamina il patrimonio, si scopre che il 20 per cento della popolazione possiede il 50 per cento della ricchezza del Paese, cifra che ha registrato un salto di quasi il 10 per cento dall’inizio della crisi. Mentre il 20 per cento che si piazza nella fascia più bassa della graduatoria dei redditi ne possiede meno del 3,5 per cento, in questo registrando una riduzione delle sue sostanze di quasi l’1 per cento nello stesso periodo. E non finisce qui. Anche per quel che riguarda il carico fiscale si scopre che, a dispetto delle lamentele dei repubblicani, anche quello è diminuito a favore dei ricchi. Oggi un contribuente che guadagna 200 mila dollari l’anno paga la stessa percentuale di uno che guadagna 200 milioni. La situazione è talmente assurda che "The Onion", il più seguito network satirico statunitense, ha prodotto uno speciale televisivo lamentando il crescente divario che corre tra i ricchi, quelli che hanno un reddito familiare superiore ai 250 mila dollari l’anno, e i super ricchi. Secondo "The Onion", per riequilibrare la disparità bisognerebbe ridurre le tasse dei ricchi, che con i risparmi potrebbero così andare tutti in vacanza in Italia e probabilmente comprarsi l’aereo privato invece di prenderselo semplicemente in affitto, stimolando di conseguenza l’economia del Paese. Ma ironie a parte, il fatto che ai ricchi in recessione stia toccando un destino meno duro di quello della classe media viene evidenziato anche da una ricerca condotta recentemente dal Boston Consulting Group, una delle società di consulenza più influenti negli Usa, secondo la quale nel 2009 il numero dei milionari è cresciuto del 14 per cento. Oggi negli Stati Uniti ci sono oltre 4,7 milioni di famiglie milionarie e il totale dei loro patrimoni ammonta a circa 4,6 mila miliardi di dollari. Nella classifica internazionale dei paesi col maggior numero di ricchi, gli Usa si piazzano in testa davanti a Giappone, Cina, Gran Bretagna e alla Germania.
E sebbene non se ne stiamo andando tutti in Italia (come suggerito da "The Onion"), un articolo del mensile "Forbes" rivela che
i ricchi americani si stanno trasferendo da New York e dalla California verso stati come la Florida e il Nevada, dove non solo il clima è meno rigoroso, ma i redditi sono anche esentasse.