Maria Laura Rodotò, Corriere della Sera 10/09/2010, 10 settembre 2010
SE A BERKELEY E‘ «BELLO» PAGARE LE TASSE COME UNA VOLTA
«Cari studenti, benvenuti nella migliore università pubblica del mondo (non è in Italia, ndr). Sono il vostro professore e pretenderò da voi il 110 per cento. Ma devo avvertirvi: siete stati truffati. Dai vostri nonni, che trent’anni fa hanno votato per pagare meno tasse. In questi anni, il crollo delle entrate ha fatto sì le scuole di questo stato andassero a pezzi, che le università fossero massacrate dai tagli. Se volete conquistare le opportunità a cui avete diritto, dovete muovervi perché chi può paghi più tasse, per avere più istruzione, più infrastrutture, e più servizi sociali. Voi che siete riusciti ad arrivare fin qui siete i miei eroi. Avete meno chance della mia generazione, ma potete fare meglio di noi. Ci vediamo in classe».
Quella di Michael O’Hare, professore di scienze politiche a Berkeley, in California, è una semplice e-mail alle matricole, poi pubblicata sul suo sito. Ma via Internet sta facendo il giro del mondo accademico. Americano, e ora europeo (commento di una docente italiana online: «Letto, apprezzato, ora vado sul cornicione»). Sui blog universitari, sui siti di pubblicazioni liberal, sta diventando un piccolo culto virale e un atto di accusa. Postumo, contro la Reagan Revolution, ufficialmente iniziata nel 1978, quando i nonni californiani approvarono via referendum la Proposition 13, che abbassava le imposte sulle case e impediva di aumentarle senza la maggioranza di due terzi alla Camera e al Senato dello stato. Attualissimo, contro il movimento anti-tasse dei Tea Parties. Soprattutto, contro la Me Generation, che decenni fa ha preferito il benessere individuale al bene comune. E adesso c’è chi dice che gli Stati Uniti rischiano di diventare una Third World America, un’America da terzo mondo; è il titolo del nuovo libro di Arianna Huffington, commentatrice e blogger liberal, e qualche anno fa sarebbe stato impensabile.
D’altra parte, scrive O’Hare, «è inammissibile che non possiate seguire corsi importanti, ma è molto più grave che la polizia abbia smesso di prendere le chiamate per furti e bambini spariti». Non è per colpa delle poche tasse, stanno replicando i liberisti via Web, è proprio il troppo stato che non funziona. E rifanno i conti di O’Hare, sostenendo che 500 dollari per cittadino non risanerebbero il bilancio. Qualcuno, dopo breve ricerca su Google, lo accusa di essere il serial killer Zodiac, mai trovato. Da anni anche online un matto dice che è lui; tre anni fa su Zodiac hanno fatto un film, l’anno scorso O’Hare ha dovuto scrivere «Le confessioni di un non serial killer». Ora, dopo aver patito causa Internet, grazie a Internet fa discutere sul futuro della California, e dell’università. Secondo il San Francisco Chronicle, i candidati governatori dovrebbero tenere conto delle sue parole; anche perché «fanno parte della generazione responsabile del declino». Sono il democratico Jerry Brown e la repubblicana Meg Whitman (quella di eBay). Non sono responsabili solo loro, forse, non solo in California.
Maria Laura Rodotà