Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 10 Venerdì calendario

Il manuale è uscito nella sua ultima edizione alla fine del 2004, presentato dal ministro degli Esteri dell’epoca, Gianfranco Fini

Il manuale è uscito nella sua ultima edizione alla fine del 2004, presentato dal ministro degli Esteri dell’epoca, Gianfranco Fini. Porta il titolo "Guida alla notifica all’estero degli atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile e commerciale". Poche pagine, per spiegare agli uffici giudiziari italiani come si fa una rogatoria paese per paese. Manuale utilissimo oggi per quella procura di Roma a cui Fini ha affidato - tempo qualche mese - l’accertamento della verità sulla reale proprietà della casa di Montecarlo lasciata in eredità ad Alleanza nazionale dalla contessa Anna Maria Colleoni e oggi abitata dal cognato del presidente della Camera, Giancarlo Tulliani. Elisabetta Tulliani e Gianfranco Fini a Mirabello Basterebbe sfogliare quel manuale che probabilmente Fini conosce a memoria per avere una certezza: si può fare con successo una rogatoria alle Bahamas, in Belize, in Bostwana, in Kirghizistan, alle Seychelles, perfino a St Vincent e Grenadine. Ma non nell’isola di Santa Lucia: non ha alcuna convenzione bilaterale con l’Italia, non aderisce alle convenzioni internazionali dell’Unione europea, non ha messo la sua firma né sotto la convenzione de L’Aja del primo marzo 1954 né sotto il testo successivo che l’ha riformata il 15 novembre 1965. La rogatoria sulla casa a Montecarlo farebbe quindi un buco nell’acqua, perché nessuno sarebbe tenuto a rispondere o dare assistenza giudiziaria alla procura della Repubblica di Roma. Quella "fiducia" nei giudici manifestata da Fini davanti alle telecamere di Enrico Mentana è quindi un clamoroso bluff del presidente della Camera, che da ex ministro degli Esteri sa perfettamente come il segreto di quella casa sia stato blindato in uno dei pochi posti al mondo in cui la magistratura nulla può. MENTANA Se proprio avesse voglia di perdere tempo e soldi la procura di Roma potrebbe inviare la rogatoria all’unica rappresentanza diplomatica ufficiale italiana che ha giurisdizione su Santa Lucia: l’ambasciata di Caracas, in Venezuela. Che al massimo ha il potere di inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno al ministero della giustizia di Santa Lucia, nella città di Castries, che non ha alcun obbligo di risposta. Non sarà mai per via giudiziaria che si potrà conoscere la verità sulla vendita di quella casa a Montecarlo. E non potrà essere nemmeno per altre vie ufficiose ogni tanto utilizzate attraverso la cooperazione di fatto delle polizie finanziarie (ad esempio nella guerra internazionale contro il terrorismo). Perché le due società protagoniste della vendita della casa nei paradisi fiscali, la Printemps Ltd e la Timara ltd, hanno azioni intestate fiduciariamente al portatore. TULLIANI Sono quindi di chi ha in tasca, in mano o in un cassetto della scrivania in questo momento le azioni. Per cambiare azionista non c’è bisogno di grandi transazioni: basta vedersi in un bar e passare di mano quella intestazione fiduciaria e le azioni al portatore. Non esiste documentazione sulla costituzione della società, non esiste passaggio bancario che sia in grado di provare alcunché. MONTECARLO TULLIANI Non si potrà mai provare ad esempio, se il nome Timara è sigla di "Tulliani immobiliare a responsabilità anonima" o di "Turturro immobiliare a rogito anonimo",per seguire possibili acronimi in lingua italiana. L’intervista di Fini a Mentana dunque nasconde un consapevole bluff, indegno di un leader politico e ancora di più del rappresentante della terza carica istituzionale della Repubblica italiana. Ma se è possibile trasferire di mano le azioni al portatore a un cavaliere bianco pronto a presentarsi azioni in mano davanti alla stampa italiana, perché Fini non ha scelto subito questa strada? Per due ragioni ovvie. La prima è che deve essere d’accordo chi in questo momento ha in tasca quelle azioni al portatore. La seconda è invece una ragione squisitamente economica. Chi si presentasse alla stampa con le azioni in mano, è in quel momento l’unico reale proprietario della casa di Montecarlo. Ha tutti i poteri per vendere l’immobile. GIANCARLO TULLIANI Le agenzie immobiliari valutano quella casa intorno ai 25-30 mila euro al metro quadrato. Un abitante dello stesso palazzo ha rivelato di avere offerto fino a 1,5 milioni di euro per comprare la casa che fu di An. Se la transazione avvenisse quel milione e mezzo finirebbe ovviamente nelle tasche del venditore. Se il venditore fosse solo un prestanome, quella cifra finirebbe nelle sue tasche beffando il proprietario reale. Senza cambio di portatore, è chiara però una cosa. Tutti possono nascondersi dietro la Timara ltd, meno la famiglia Tulliani. Perché è chiaro che non si può ricevere un bene a 300 mila euro e ottenere una plusvalenza da 1,2 milioni di euro destinati alla famiglia del primo venditore. Una ipotesi per la sua rilevanza penale più che politica talmente grave da dovere essere esclusa senza ombra di dubbio.