Notizie tratte da: Massimo Fini # Senz’anima. Italia 1980-2010 # Chiarelettere 2010 # pp. 496, 15 euro., 10 settembre 2010
Il Fatto. Libro in Gocce. Puntata numero 8 - Massimo Fini Senz’anima. Italia 1980-2010, Chiarelettere 2010 € 15,00 Rif
Il Fatto. Libro in Gocce. Puntata numero 8 - Massimo Fini Senz’anima. Italia 1980-2010, Chiarelettere 2010 € 15,00 Rif. Database Libro sch. n.1388808 Rif. Libro Biblioteca sch. n.214202 Fini «Un giornalista ignobile che scrive cose ignobili» (Bettino Craxi su Massimo Fini) (L’Indipendente 11 maggio 1992). Martelli «Basta, per Dio! Questa è immoralità, non la sopporteremo più!» (Claudio Martelli al congresso del Psi del 1987) (L’Europeo, 25 aprile 1987). Psi Nel 1987 su 734 amministratori pubblici inquisiti, 425 erano dc, 159 pci, 201 psi. Il Psi all’epoca aveva un terzo dei voti della Dc e la metà degli inquisiti. I condannati poi erano 44 dc e 32 psi (L’Europeo, 25 aprile 1987). Pacini La telefonata tra Alessandra, figlia di Lorenzo Necci, amministratore delegato delle Ferrovie, e il banchiere Pierfrancesco Picini Battaglia. Lei, 26 anni, ha un piccolo scoperto in banca e chiede aiuto al finanziere che le fa subito avere un contratto di consulenza (fasulla) per una società di Dubai come rappresentante per l’Italia e per la Francia. «Quanto ti ci metto per compenso?» chiede Pacini Battaglia «Non so, non lo so quanto si dà per compenso», risponde lei. «Quanto mi dici te. Ti ci metto 100mila franchi, che sarebbero un 130 milioni... o 100mila dollari che è meglio... e sono circa 154 milioni». Lei non è del tutto soddisfatta: «Ma io voglio anche lavorare sul serio, perché mi annoio...» (Il Giorno, 19 maggio 1996). Berlusconi «Non capisco perché a San Siro debbano entrare anche i tifosi delle altre squadre togliendo posto ai nostri» (Berlusconi). Milano Due I bar di Milano Due, sempre vuoti perché durante la settimana la gente va a lavorare a Milano e il week end va fuori (Il Giorno, 15 gennaio 1983). Cossiga La telefonata che Cossiga fece a Miglio il 26 maggio 1990, poco dopo le elezioni che videro il boom della Lega: «Rovinerò Bossi facendogli trovare la sua automobile imbottita di droga. E quanto ai cittadini che votano per la Lega li farò pentire: nelle località che più simpatizzano per il vostro movimento aumenteremo gli agenti della Guardia di finanza» (da Io, Bossi e la Lega di Gianfranco Miglio). (Giudizio Universale, maggio 2005). Napolitano Giorgio Napolitano: «Neutro, amorfo, anonimo, grigio come i suoi abiti. È un uomo senza qualità. La sua unica qualità è di non averne alcuna» (Giudizio Universale, giugno 2006). Schifani Renato Schifani: «Nel Canton Ticino lo definirebbero un “nercio” che è il termine che si usa da quelle parti per un anellide più molliccio, smidollato e ripugnante di un normale verme» (Giudizio Universale, giugno 2009) Amato Giuliano Amato: «Uno Svicolone nato, come il pavido leone di un famoso cartoon. Ma più che a un leone, per quanto imbelle, somiglia a un’anguilla. I suoi ragionamenti sono così sottili, ma così sottili da essere prudentemente impalpabili e quasi invisibili» (Giudizio Universale, gennaio 2007). Bonino Emma Bonino: «La rompicazzi radicale» (Giudizio Universale, agosto 2006). Bondi Sandro Bondi: «Un caso clinico» (Giudizio Universale, ottobre 2007) Cicchitto Fabrizio Cicchitto «Un caso cinico» (ibidem). Benigni Roberto Benigni: «Chi lo conosce bene lo descrive come un uomo triste, poco sereno, pieno di nevrosi, infelice. Probabilmente si rende conto di aver venduto il suo straordinario talento naturale o comunque di non averlo sviluppato come poteva» (Giudizio Universale, marzo 2008). Panebianco Angelo Panebianco: «Il Catalogo dei viventi (2006, nda), di prossima pubblicazione presso Marsilio, che prende in considerazione migliaia di italiani più o meno noti, gli dedica cinque righe (forse i curatori erano incerti su “vivente”)» (Giudizio Universale, ottobre 2006). Io «Vorrei essere un talebano, avere valori fortissimi che santificano il sacrificio della vita, propria e altrui. Vorrei essere, per lo stesso motivo, un kamikaze islamico. Vorrei essere un afghano, un iracheno, un ceceno, che si batte per la libertà del proprio paese dall’occupante, arrogante e stupido. Avrei voluto essere un bolscevico, un fascista, un nazista che credeva in quello che faceva. O un ebreo che, nel lager, lottava con tutte le sue forze interiori per rimanere un uomo» (Libero, 31 maggio 2007). Notizie tratte da: Massimo Fini Senz’anima. Italia 1980-2010, Chiarelettere 2010 € 15,00