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 2010  settembre 10 Venerdì calendario

L´ANIMA BUONA DEL TENNIS IN COPPIA È UN ALTRO GIOCO

Singolare e doppio rappresentano due modi di essere e di intendere il tennis. Caratteristiche del singolarista sono l´egotismo, il narcisismo, e spesso la mancanza di fair play. Caratteristica del doppista l´altruismo, l´amicizia, la generosità nei riguardi del partner, l´inclinazione al perdono. Simili considerazioni, certo, non valgono in tutti i casi, tanto che abbiamo visto celebri coppie di doppisti non parlarsi per intere stagioni, come avvenne ai sudafricani Hewitt e Mc Millan (2 Wimbledon) e ai miei amici Tiriac e Nastase, che si servirono a lungo dello Scriba per comunicare, a conferma di una stagionale irritazione.
Ci furono, tra i doppisti, casi in cui l´amicizia si trasformò in omosessualità, come fra Big Bill Tilden e il suo gitone William Coen, e altri nei quali l´intimità apparve meno evidente, Billie Jean King e Rosie Casals. Al tempo in cui i grandi singolaristi erano anche doppisti, sino agli Anni ‘80, le caratteristiche che ho cercato di definire si stemperavano sovente, nel caso dei doppi. E tuttavia ci furono dei grandi giocatori caratterialmente più inclini al doppio, massimo esempio il francese Brugnon (6 Roland Garros). Il caso dei partners di doppio Bopanna e Qureshi appare insolito per altre ragioni, che si individuano nell´avversità politica e insieme religiosa tra l´India e il Pakistan, tre volte in guerra dichiarata, e altre in guerriglia, dopo la dissoluzione del dominio inglese (1947). Con un coraggio che ha superato autentiche minacce e gravi disagi, i partner hanno contraddetto l´ostilità generale, e addirittura sono riusciti a far sì che alla loro vittoriosa semifinale presenziassero insieme gli ambasciatori Singh Puri (indiano induista) e Hussein Haroon (pakistano musulmano). Ed è ovvio che i due diplomatici si siano recati a Flushing Meadows con la benedizione dei rispettivi primi ministri. Poiché Qureshi già si era segnalato per il suo spirito pacifista, giocando insieme all´israeliano Hadad, non resta che congratularlo di tutto cuore e, perché no, proporlo per il Nobel della Pace.