FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 10/9/2010, 10 settembre 2010
DALLE AUTO BLU ALLA PARENTOPOLI IL CARROCCIO SCOPRE IL VIRUS DEL POTERE
Ma dopo tante storie e dopo tante chiacchiere, dall´ampolla dell´acqua santa ai 109 allevatori che non vogliono pagare le multe, dalle ronde con i cani feroci ai giretti in autoblù, ecco, non sarà che nel frattempo i leghisti sono diventati come tutti gli altri?
Rapida trasformazione, davvero, il potere fa di questi scherzi. L´altro giorno è venuto fuori che nella giunta di Cota, che doveva passare come la grande moralizzatrice del costume in Piemonte, c´è già un bel viavai di parenti a contratto: assistenti, consulenti e collaboratori di belle speranze pure incrociati secondo le logiche dello scambismo istituzionale, cioè la moglie dell´assessore che lavora con l´altro assessore, la cui compagna risulta nello staff del primo e così via, secondo un complesso sistema inaugurato dagli europarlamentari dc a Strasburgo nei primi anni ottanta.
Sono cose che succedono: ma in Italia, altro che Padania! Appena eletto, il presidente del Consiglio del Friuli Ballaman proclamò che per abbattere i costi della politica avrebbe rinunciato alla macchina di servizio. Bene, il mese scorso s´è scoperto che la utilizzava con tale intensità da mandare addirittura a prendere la nonna e lo zio della fidanzata (poi moglie) all´aeroporto. Quando Ballaman si è dimesso, anche dalla Lega, era però troppo tardi.
Anche in Emilia, terra di sfondamento, i padani non solo scivolano pure loro sulle autoblù, ma beccano anche un sacco di contravvenzioni. Una settantina. Così l´onorevole Alessandri, reggiano, presidente della Commissione ambiente, ne ha messe parecchie in conto al partito, per giunta spiegando che gli eccessi di velocità e i divieti di transito si giustificavano per «spostamenti istituzionali urgenti». E anche qui c´è da notare che i notabili dc di una volta avevano più orgoglio e fantasia, vedi l´indimenticabile Gaspari che accusato di affollata trasferta in Scandinavia disse che lassù «si mangiava anche male».
E gli appetiti delle banche, i conticini correnti ministeriali nella Popolare di Lodi, a suo tempo chiamata a coprire i buchi dell´alacre cialtroneria imprenditoriale leghista perdutasi appresso a villaggi vacanze falliti, casinò mai aperti, sale Bingo chiuse, Credieuronord andata a gambe per aria. Hai voglia con gli spadoni, gli elmi celtici e i figuranti vestiti da crociati, il potere è una malattia che dà alla testa. E´ ingiusto e sbagliato generalizzare, ma in Lombardia c´è un consigliere che aveva fatto amicizia con le persone sbagliate, mafiosi, e dalle parti di Vicenza un assessore alla Sicurezza ha avuto guai per sfruttamento della prostituzione.
Il paesaggio leghista appare sempre famigliare: all´italiana. Familismi, esibizionismi, piaggerie e civetterie da nuovi potenti, la blindatura elettorale del principino Trota, subito dotato di aspirante starlette e amicizia con il presentatore Merola; il premio «Zoccolo d´asino» per celebrare l´eroica ostinazione di Calderoli; i concerti di beneficenza e le Mille miglia in costume per Maroni (come Prandini, a suo tempo, e poi Cesarone Salvi); gli aerei dell´Aeroclub dedicati ai ministri del Nord, i finanziamenti per la scuola padana della signora Bossi, la laurea honoris causa, la coppa veneziana dei re e il quadro di Pontida (20 mila euri) per l´Umberto; i magheggi a Miss Italia e la ricca fiction sul frate che ha fermato i turchi. Pure la festa romana per le vacanze, a villa Aurelia, dove si sposano quelli del «generone». Ed è come un virus che si fa sempre più strada.