GILLES KEPEL, la Repubblica 10/9/2010, 10 settembre 2010
PER I CONSERVATORI USA LA MOSCHEA INSULTA LE VITTIME DELL´11 SETTEMBRE"
La prima cosa che ho notato in questa vicenda che ha minacciato la pace mondiale è il nome dell´uomo che voleva bruciare il Corano in Florida, in occasione del nono anniversario dell´11 settembre e nel momento in cui la polemica si amplifica per l´apertura d´un centro islamico vicino a Ground Zero. Jones, si chiama Mister Jones. Nella canzone di Bob Dylan che la gente della mia età ascoltava trent´anni fa, Mister Jones era il simbolo dell´America profonda, un po´ ottusa e conservatrice. Perché oggi Mister Jones voleva bruciare il Corano? Perché l´Islam è diventato una religione americana, e Mister Jones non vuole che sia una religione americana.
In effetti, nove anni dopo il trauma dell´11 settembre, che ha fatto scoprire alla maggior parte degli americani l´esistenza dell´Islam come una religione percepita in termini ostili e straniera, il progetto di apertura di un centro islamico è accolto dagli ambienti conservatori come un insulto alla memoria delle vittime ed è un toccasana per il movimento Tea Party, pronto a utilizzarlo per affermare il proprio vantaggio nelle prossime elezioni di mid-term che dovrà affrontare Barack Obama a novembre. Questo Presidente, ritenuto un musulmano in incognito da una parte crescente dell´elettorato americano, durante il suo discorso al Cairo nel giugno 2009 ha tentato di placare la crisi tra l´America e il mondo islamico, provocata dalla politica di George W. Bush nel Medio Oriente. Obama ha voluto fare dell´Islam una religione americana, come lo sono il protestantesimo, il cattolicesimo o l´ebraismo. Le sue intenzioni erano e sono lodevoli, perché in questo modo vuole combattere lo scontro di civiltà e una visione culturale del mondo contemporaneo che definisce gli individui esclusivamente in termini di appartenenza religiosa. Ma la messa in atto di questo progetti è stata abbastanza maldestra.
In politica estera, le aperture di Obama all´Iran non hanno ricevuto nessuna risposta positiva. Il ritiro delle truppe americane dall´Iraq può apparire come un sollievo per una popolazione che non vuole più vedere i suoi figli morire in una guerra incomprensibile, ma allo stesso tempo illustra il fallimento della politica americana, incapace di imporre la sua potenza nella regione del Golfo, principale fornitore di idrocarburi del pianeta. Inoltre, il ritiro da Bagdad era anche propedeutico a una politica più efficace in Afghanistan, per sbarazzarsi dei Taliban e di Al Qaeda. Invece l´incompetenza e la corruzione del governo afgano hanno permesso ai Taliban di ritrovare una grande influenza sulla vita del paese. E a questo bilancio molto deludente nel Medio Oriente, si aggiunge un tentativo poco convincente di rilanciare il processo di pace israelo-palestinese.
È questo contesto poco favorevole a provocare negli americani il sentimento che il loro Paese oggi sia colpito dall´impotenza, se non da un vero e proprio declino. La vicenda del centro islamico di Ground Zero è stato oggetto di una sovrainterpretazione utilizzata dai nemici del presidente Obama e gli permette ora di cristallizzare una larga opposizione alla sua politica. È così che siamo arrivati a comportamenti come quello del pastore Jones che, ovviamente, era considerato un gesto estremo anche nel campo conservatore. È il segnale di una società che manca, per la sua ignoranza, della capacità di convivere con le popolazioni musulmane. E può farci ricordare la situazione in Olanda, dove il partito populista di Geert Wilders ha messo l´interdizione del Corano al centro dei suoi slogan. Proprio nel momento in cui un sentimento di panico, legato anche all´omicidio di Theo Van Gogh da parte di un giovane islamico, si è impadronito di un certo numero di olandesi. La provocazione del pastore Jones s´inscriveva in questa logica, ne era la naturale continuità. Le preoccupazioni espresse dai capi militari americani, i quali temevano che le immagini del Corano bruciate in Florida potessero accendere passioni anti-americane nei Paesi dove sono di base i soldati Usa, sono di poco peso al confronto dei fantasmi di un religioso protestante radicale per il quale è sul stesso territorio americano che si gioca oggi la guerra della civilizzazione.