Umberto Mancini, Il Messaggero 10/9/2010, 10 settembre 2010
L’8% DEI MIGLIORI STUDENTI NON HA I MEZZI PER ANDARE ALL’UNIVERSITA’
CERNOBBIO - Risorse gettate via. Come carta straccia. L’8% dei migliori studenti italiani, quelli cioè che hanno ottenuto i voti più alti nelle 1.300 scuole del Bel Paese, abbandona gli studi perché non ha i mezzi per andare avanti. Stiamo parlando di una elites - selezionata e individuata dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro - che purtroppo si perde per strada. Non per negligenza o colpe proprie. Ma perchè il sistema pubblico se ne dimentica e non sostiene, come dovrebbe, i ”migliori”. Niente università quindi per molti «primi della classe». Come quel 30% di studenti, sono sempre dati dei Cavalieri del Lavoro sul medesimo campione di 1.300 ”cervelloni”, che non scelgono una facoltà scientifica perchè ritengono, sbagliando, che non abbia sbocchi professionali. Anche qui il gap informativo è evidente. Visto che proprio di ingegneri, fisici e matematici hanno fame le aziende.
Del resto non è un caso che l’Italia abbia tagliato in tre anni circa il 10% dei fondi destinati alle università pubbliche. E che nel 2009 oltre il 10% dei 15-64 enni possedeva solo la licenza elementare o nessun titolo di studio, il 36,6% la licenza media, circa il 40% il diploma e appena il 12,8% raggiungeva la laurea.
Per tentare di invertire la tendenza, favorire le eccellenze made in Italy e fare da ponte tra mondo accademico e imprese, sono scesi in campo a Cernobbio la Federazione dei Cavalieri del Lavoro e The European House Ambrosetti, insieme a Telecom, Enel e Sea.
L’obiettivo, certamente ambizioso, è sbloccare l’ascensore sociale legato al merito. «Per contribuire - ha spiegato Benito Benedini, presidente dei Cavalieri del Lavoro, a formare oggi la classe dirigente del futuro». Cancellando nepotismi e scorciatoie. Premiando invece competenza, impegno e capacità. Valori troppo spesso dimenticati. Certamente non favoriti da un sistema pubblico che investe troppo poco in qualità e ricerca. La Federazione dei Cavalieri del Lavoro ha lanciato una serie di borse di studio - messe a disposizione da Telecom, Enel e Sea - per aiutare i migliori. A Cernobbio ne sono state assegnate a 15 talenti puri, selezionati tra 1.300 migliori studenti del Paese. Giovani laureati o laureandi, soprattutto in ingegneria e in maggioranza del Centro-Sud, che ora potranno sviluppare esperienze all’estero, frequentare stage formativi, confrontarsi su progetti ad hoc e grazie al network Ambrosetti incontrare leader di altissimo livello, come Shimon Peres. Benedini ha ricordato che non ci sono solo le 15 borse di studio, ma anche il Collegio Universitario Lamaro Pozzani, che ospita 70 ”cervelloni” e che dovrebbe «crescere ancora per dare nuove opportunità a chi le merita». Galateri, presidente Telecom, come Piero Gnudi, presidente dell’Enel e Giuseppe Bonomi, che guida Sea, hanno ribadito il loro impegno sul fronte della formazione, sottolineando che la competizione globale si gioca proprio sul capitale umano, sulla valorizzazione delle elites, sulla sfida educativa. Una sfida che deve fare i conti con un calo degli investimenti nella ricerca universitaria che è dell’ordine del 6%. E che le aziende private hanno almeno in parte raccolto.