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 2010  settembre 09 Giovedì calendario

TRAGEDIA PETROLIFERA DI MACONDO LO SCARICABARILE (MIOPE) DELLA BP

Di chi è la colpa del maggior disastro della storia petrolifera occidentale, quello del pozzo Bp di Macondo, nel Golfo del Messico? La caccia al responsabile è iniziata quasi subito dopo quel fatidico 20 aprile. E ieri la British Petroleum ha detto la sua: con un ponderoso rapporto interno la compagnia petrolifera britannica ha in sostanza definito la sua strategia difensiva, sostenendo che non va imputata a sue mancanze la sciagura che è costata la vita a undici persone e che ha portato a disperdere nell’ ambiente 4,9 milioni di barili (erano stati 3,3 milioni nel precedente maggior incidente, quello del 1979 nella baia di Campeche, poco distante da Macondo). La colpa, si sostiene da Londra, andrebbe suddivisa in parti ancora da definire tra la Bp, il proprietario dell’ impianto (la Transocean) e il contrattista (Halliburton).
Scandaloso? Forse per noi semplici cittadini, ignari della legislazione petrolifera internazionale. Per la Bp sicuramente no. Se la compagnia venisse riconosciuta colpevole di negligenza grave, infatti, dovrebbe accollarsi tutto o quasi l’ onere del disastro. Se invece le sue responsabilità fossero, per così dire, un po’ più lievi potrebbe chiamare a ripagare non solo Transocean e Halliburton, ma anche gli altri soci nel pozzo di Macondo, l’ americana Anadarko che ne detiene il 25% e la giapponese Mitsui che ha il restante 10%. Quale sia la posta monetaria in gioco non si sa con precisione, salvo che si tratta di cifre enormi, tali da determinare il destino di qualcuna delle imprese coinvolte.
Per dare un’ idea, la sola Bp ha accantonato 32 miliardi di dollari, e si è dichiarata pronta a vendere sue attività per 30 miliardi di dollari nei prossimi 18 mesi. Paradossalmente, però, la posizione cinica che la Bp ha deciso di prendere ufficialmente - lo «scarico» delle responsabilità - potrebbe anche ritorcersi contro la stessa compagnia, e rivelarsi miope. Perché se la British petroleum, la centenaria erede della Anglo-Iranian Oil Company, non riesce a tenere sotto controllo i suoi contrattisti, qualche dubbio sulle sue competenze e sullo stato delle sue capacità di «oil company» diventa lecito. Dal Golfo del Messico fino al Mediterraneo.