Varie, 10 settembre 2010
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Gosling Ray
• Chester (Gran Bretagna) 1939. Giornalista. Il 15 febbraio 2010 confessò in un’intervista alla Bbc di aver soffocato negli anni Ottanta il compagno, malato terminale di Aids, due giorni dopo fu arrestato dalla polizia del Nottinghamshire con l’accusa di omicidio volontario, un altro giorno e fu rilasciato su cauzione • «“C’è la legge scritta nei libri, e c’è quella che sta dentro ai nostri cuori”. Davanti al compagno agonizzante in un letto d’ospedale, Ray Gosling ha scelto. “L’ho soffocato con un cuscino finché è morto”. Mentre racconta i fatti con fredda lucidità, cammina in un cimitero del Nottinghamshire, una contea al centro della Gran Bretagna. È un famoso presentatore della Bbc, uno di quei volti con i quali sono cresciute un paio di generazioni di inglesi. La sua confessione è andata in onda […] durante un programma dell’emittente pubblica dedicato al dibattito sull’eutanasia e su quello che viene chiamato “mercy killing”, omicidio per pietà. “Se questo è uccidere, anche io sono un assassino”, ha detto, con tono rivendicativo […] La vicenda risale agli anni Ottanta, quando cominciò a diffondersi l’Aids. “Mi sono convinto a dire ora la verità solo perché spero di togliere un velo di ipocrisia all’attuale discussione politica”. Gosling non ha precisato il nome del suo compagno, né l’ospedale nel quale è morto. “Era in fase terminale, aveva dolori terribili […] Quando ami qualcuno, è difficile vederlo soffrire”. Un giorno, i medici hanno detto che non c’era più speranza. “Allora ho chiesto al dottore di lasciarci soli nella stanza. Quando è rientrato ci siamo guardati negli occhi. Non c’è stato bisogno di dire nient’altro”. La polizia locale ha aperto un’inchiesta sulla testimonianza di Gosling. Anche la Bbc è finita sotto accusa per non aver avvertito le autorità. Secondo una legge in vigore dai primi anni Sessanta, per il suicidio assistito è prevista una pena fino a 14 anni di reclusione. Gosling si è giustificato spiegando di aver stretto un patto con il suo compagno. “Gli avevo promesso di non farlo soffrire inutilmente”. La testimonianza del famoso presentatore ha scatenato un putiferio. Il gruppo che si oppone all’eutanasia, “Care not Killing”, lo chiama assassino. Sarah Wootton, direttrice di “Dignity in Dying”, auspica invece che la confessione di una personalità così popolare possa smuovere le coscienze. […] Gosling intanto non ha nessun rimorso. Pensa al suo compagno. “Se c’è un paradiso, lui è lì che mi guarda. E sarà fiero di me”» (Anais Ginori, “la Repubblica” 17/2/2010).