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 2010  settembre 10 Venerdì calendario

FUGA DAL TG1

Martedì sera, ore 20 e 06: Augusto Minzolini compare sullo schermo per l’ennesimo editoriale, circa 150 mila spettatori afferrano il telecomando e spengono la televisione. Sul finire del monologo altri 244 mila lasciano Raiuno e scappano verso il telegiornale di Enrico Mentana, sostituti da un gruppetto stanco di Tempesta d’Amore su Rete 4 e da 192 mila spettatori che accendono in quel momento la tv e beccano il fotogramma di Susanna Petruni che riprende la linea in studio. Morale dell’aritmetica: Minzolini ha perso 400 mila persone in centoventi secondi. Un record stratosferico, migliorato dal direttorissimo medesimo in ventiquatt’ore: l’edizione di martedì ha sfiorato il 27% di share per 6 milioni di spettatori, mercoledì disertano in 500 mila per un punto e mezzo di share. Il professore Francesco Siliato del Politecnico di Milano ha incrociato i numeri Auditel - elaborazione studio Frasi - con le analisi dell’Osservatorio di Pavia: “È incredibile il flusso di utenti raminghi da un canale all’altro, quasi immediata la fuga a La7, ma il particolare curioso è il numero di gente che chiude Raiuno durante l’editoriale di Minzolini”. L’indice di share è la colonna d’Ercole per valutare un telegiornale, il limite storico del Tg1 dei bei tempi era il 30%, un vetta mai raggiunta da Minzolini e sempre più distante: nei primi otto giorni di settembre, rispetto all’anno scorso, il Tg1 ha smarrito 850 mila spettatori.

CON LA DIREZIONE dell’ex Squalo l’informazione di Raiuno è senza notizie e senza spettatori, così debole da crollare nell’istante esatto in cui un’altra rete - più piccina - affida a Mentana uno spazio per fare giornalismo. Nulla di più, nulla di meno. Il pubblico che sostava in attesa di cambiare a Raiuno, in una settimana di Mitraglia conduttore, emigra in massa a La7 gonfiando le cifre dell’ex Tg di Antonello Piroso, un giornale che arrancava sotto il 3% di share e ora mira al 10. La statuetta del terzo polo fa ridere Mentana: “Noi siamo come l’apostrofo rosa tra le parole t’amo”. Ma la crisi di spettatori è un virus che colpisce da mesi sia il Tg1 di Minzolini sia il Tg5 di Mimun (meno 1,2 milioni): “La7 ha riempito un vuoto informativo e di opinioni – dice Siliato – provocato dai due Tg concorrenti che s’assomigliano troppo per scegliere”. L’emorragia del Tg1 è all’inizio poiché l’indice di share cala al ritmo di mezzo punto al giorno e migliaia di spettatori dicono addio a Minzolini, ai servizi su dentiere, maggiordomi, cani da slitta. E nonostante le spese folli per contratti, gratifiche, scenografia, le critiche di Garimberti (presidente Rai) e Zavoli (presidente Vigilanza) e l’irritazione del Quirinale, l’ex cronista de La Stampa è il dipendente più coccolato e protetto di viale Mazzini: il direttore generale Masi l’ha difeso da politica e azienda e persino dal capo dello Stato. Per la Rai ascolti e pubblicità di Minzolini sono un ornamento, ancora di più con Mauro Mazza, il direttore di Raiuno, ora più distante da Fini e più vicino a Berlusconi. E ancora: le multe dell’Agcom vengono congelate dalle lettere rassicuranti di viale Mazzini, il comitato di redazione è sommerso da liste di minzoliniani convinti e superato a destra da promozioni a pioggia. Nemmeno il sindacato Usigrai riesce a smuoverlo: “Vogliamo sfiduciarlo”. E come? Zavoli ha ammesso di parlare a titolo personale poiché la Vigilanza è impotente sull’argomento.

E BRUNO VESPA fa schiena dritta: “Non commento le lettere di un superiore - dice in riferimento a Garimberti - Buona la formula di Mentana, ma non avrebbe senso per il Tg1”. Non molla la presa il finiano Italo Bocchino: “La situazione del Tg1 non è più tollerabile”. Singolare il giudizio di Gad Lerner: “Quello di Minzolini non è stato un editoriale ma il bau di un giorno solo. Voleva sostenere che era meglio andare verso le elezioni anticipate - ha aggiunto Lerner - peccato che durante la notte Berlusconi aveva già cambiato idea: nell’emissione dei versi quindi non è stato neppure un ululato ma un semplice bau. Cosa dire del suo cambiamento? Io parlerei di un incanto, evidentemente è stato invitato a prendere un caffè, forse in una casa alle Bahamas, ed è rimasto incantato”. E per chi è disincanto basta fare click.