ECus, il Giornale 10/9/2010, pagina 19, 10 settembre 2010
Carlo Rossella: Non potrei vivere senza il cellulare sempre acceso - Carlo Rossella lei è drogato di lavoro? «Contrariamente a quello che pensano i miei nemici che mi considerano un perdigiorno, sì, io sono un workaholic »
Carlo Rossella: Non potrei vivere senza il cellulare sempre acceso - Carlo Rossella lei è drogato di lavoro? «Contrariamente a quello che pensano i miei nemici che mi considerano un perdigiorno, sì, io sono un workaholic ». Perché? «Se non lavoro sto male. Mi annoio, devo avere sempre qualcosa di utile da fare. Se non scrivo, leggo, se non leggo, vado a vedere un film, per lavoro ovviamente. Il momento peggiore della settimana è il week end». E quando faceva il direttore lavorava ancora di più? «Be’ lì proprio non staccavo mai,dalla mattina a notte fonda. Mi concedevo qualche giorno di ferie. Quelle sì, le trovavo doverose perché mi facevano bene alla salute mentale e fisica». Si staccava dalla sua redazione completamente? «Mai, il cellulare era sempre acceso, però mi sentivo più rilassato». Con i suoi nuovi incarichi lavora di meno? «Insomma. La mia giornata inizia alle sei di mattino e finisce alle 20 circa quando torno a casa. Poi ci sono le cene, più o meno doverose, dove però non faccio mai tardi. Alle undici voglio andare a dormire. Odio le sedute conviviali che mi tengono bloccato per tre ore. Mentre ai buffet adotto la tattica dell’avvocato Agnelli». Qual era? «Entrare, farsi vedere, uscire alla chetichella». Ma sua moglie non si lamenta mai? «No. Mia moglie è medico, anche lei lavora moltissimo, in ospedale, a casa, non si stacca mai dai suoi casi. Insomma, anche lei rientra nella mia categoria di lavorodipendente». Dunque niente contrasti per il tempo libero? «Siamo sposati da 33 anni e felicemente ». Si è mai svegliato di notte pensando alle cose da fare? «Moltissime volte».