FRAMMENTI, 10 settembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DEL GIUDICE
DANIELE"
2010
[Cesare De Michelis, studioso, indaga con pazienza gli scrittori che ha amato e sentito vicini. Come Daniele Del Giudice].
Fonte: Alfonso Berardinelli, Corriere della Sera 21/06/2010.
Calvino, […] ha anche prodotto dei deliziosi sfracelli […] [tipo] la sopravvalutazione di un (comunque valido) emergente come Daniele Del Giudice […].
Fonte: Stefano Mannucci, Il Tempo 9/6/2010.
[Premio Strega, polemiche]. Il Premio ha i suoi riti. Il lancio con mesi di anticipo del nome da bruciare: nel 2009 alle idi di marzo fu incenerito Daniele Del Giudice […]. [Nella giuria,] 400 giurati, anche detti «Amici della Domenica» […] C’è anche un plotone di scrittori […]. [Tra gli altri] Daniele Del Giudice.
Fonte: Alessandro Gnocchi, il Giornale 13/4/2010, pagina 31.
2009
[C’era una volta ”Un vecchio alberghetto a Parigi senza telefono […] esattamente la condizione che tutti i cattivi scrittori sognano” (Ennio Flaiano), adesso pare esista solo la Patagonia. Camillo Langone:] Daniele Del Giudice, calviniano esangue, un tizio capace di vincere tre premi-ectoplasma come il Viareggio, il Bagutta, il Feltrinelli-Accademia dei Lincei, uno scrittore molto anni Ottanta e quindi non molto necessario (non è solo colpa sua, ha esordito all’epoca in cui si pensava che Gesualdo Bufalino e Pietro Citati fossero autori importanti), dopo anni di benedetto esilio nel 2009 è tornato nel mondo, o meglio nel demi-monde del premio Strega, con un libro ambientato fra pampe e pinguini, frigidità antartiche e malinconie dell’Argentina estrema. E’ solo l’ultimo di una lunga serie di patagonici onorari. […]. Del Giudice scarseggia anche di fantasia geografica: non solo scrive di Patagonia, abita a Roma e a Venezia, e non si possono immaginare due città più consumate dal continuo ciabattare narrativo. Perché non si trasferisce a Pescara? Certo, nonostante il raffreddamento globale, nel mare nostrum i pinguini ancora non si sono visti. E allora vada a Pescocostanzo [Nel Parco nazionale della Maiella, Abruzzo], millequattrocento metri sul mare, uno dei borghi più belli d’Italia, con accesso alla montagna segreta dove al posto dei condor volano le aquile reali , sopra nevai e cascate di ghiaccio e sentieri mai calpestati dalla motocicletta del giovane Che Guevara, vuoi mettere.
Fonte: Camillo Langone, Manifesto della destra divina, "Difendi, conserva, prega!" Vallecchi 2009.
Mario Fortunato, […] il 3 marzo, sul suo blog […] «Culture Club», ha fatto il nome di Daniele Del Giudice, nel giorno stesso dell’arrivo in libreria della sua nuova fatica, “Orizzonte mobile” […]. […] il rientro di Del Giudice, a 12 anni da “Mania”, è stato salutato dalla critica con grande entusiasmo, a cominciare da Claudio Magris sul Corriere, Asor Rosa su Repubblica, Alessandro Piperno su Vanity Fair, anche se Mariarosa Mancuso del Foglio ieri l’ha stroncato […].
Fonte: Cristina Taglietti, Corriere della sera 11/3/2009
[Premio Strega, favoriti puntualmente bruciati]. Non era stata ancora selezionata la cinquina del certamen romano e già c’era un vincitore mondadoriano-einaudiano designato: Daniele Del Giudice con Orizzonte mobile (Einaudi). Con il suo racconto piuttosto algido (una storia di spedizioni antartiche) il narratore è finito però nel tritacarne di una critica animata da molte riserve. E non solo. A sollecitare la resistenza degli ambienti dello Strega nei confronti di una sua candidatura era stato proprio l’allarme rosso sulla editrice con la sindrome dell’«asso pigliatutto». Dopo tante discussioni, Del Giudice ha detto addio dalla competizione.
Fonte: MIRELLA SERRI PER LA STAMPA, rilanciato da Altrimondi 3/7/2009.
[Lo Strega somiglia] sempre più irresistibilmente a una variante esagerata del mistero della camera chiusa: 400 personaggi in uno smisurato salotto assieme a una dozzina di ”vittime” designate, poi cinque, infine un sopravvissuto solo con l’alloro in fronte, mentre tutti sono indiziati, per gruppi, affinità e soprattutto parentele editoriali, di aver sparso sangue innocente. Fino al colpo di scena di oggi: Daniele Del Giudice, il candidato più indicato per l’ipotetico successo (e dunque suo malgrado per complicità col branco, in base al cui prodest), non ci sta e decide di non partecipare.
Fonte: Maurizio Bono, la Repubblica 15/04/2009.
Del Giudice […] in ”Orizzonte mobile” ripropone antichi viaggiatori in Patagonia […].
Fonte: Mariarosa Mancuso, Il foglio 26/06/2009.
[Daniele Del Giudice dato vincitore dello Strega prima ancora che il libro esca: alla faccia dell’alternanza, sarebbe il terzo in tre anni per Mondadori-Einaudi. Divampa la polemica]. […] un curioso caso in cui tutti hanno torto: se Del Giudice ha davvero scritto un capolavoro non c’è ragione di non farlo vincere, chiunque sia risultato primo nel 2007 e nel 2008 […]. [Del Giudice alla fine si chiama fuori ritirandosi].
Fonte: Vanity Fair, Anno VI - Duecentosessantaduesima settimana. Dal 9 al 16 marzo 2009.
[…] è stato un blog, […] a denunciare le manovre in atto intorno allo Strega, spingendo il vincitore annunciato, Daniele Del Giudice, a un ritiro dignitoso (come peraltro la «Domenica» gli aveva suggerito) […].
Fonte: Dagospia; vedi frammento n. 175253.
[Lo scrittore Sandro Veronesi:] «[…] Fino a tre anni fa non si sarebbe detto possibile che si profilasse una terza vittoria consecutiva di Mondadori/Einaudi, con un possibile candidato forte come Del Giudice». A proposito della scelta di non entrare in gara, cosa pensa della scelta in questo senso di Del Giudice? «L´unica mossa elegante possibile. E l´eleganza uno come Daniele Del Giudice se la può ben permettere».
Fonte: M.B., la Repubblica 16/4/2009.
Del Giudice ha esattamente venti anni più di Scurati [l’altro favorito per lo Strega]. Noto come uno dei più prestigiosi ma appartati narratori italiani, ha una scrittura nitida, asciutta, rigorosamente priva di «effetti speciali». Si potrebbe dire che per scrivere bene gli basti semplicemente scrivere, al fine di cercare di scoprire i «misteri» di cui lo appassiona non tanto la soluzione, quanto il percorso per cercare di raggiungerla. Questi «misteri» sono tuttavia quelli concreti: ad esempio la strana vita di Bobi Bazlen, il coltissimo amico e «suggeritore» di Montale e di Saba, che personalmente non ha scritto un rigo, oppure la catastrofe dell’aereo a Ustica... Ma anche durante queste indagini assillanti, l’uomo Del Giudice riesce a stabilire rapporti cordiali e gratificanti non solo con l’umanità in generale (che egli non giudica mai), ma anche con i pochi uomini degni di questo nome che gli accade di incontrare. In questo suo libro sull’allucinante avventura antartica, egli inserisce con naturalezza anche lunghi brani di taccuini di precedenti spedizioni altrui; ma ciò, che non sarebbe correttissimo in una narrazione che si svolge sotto il suo unico nome, finisce per non suscitare scandalo grazie alla perfetta consonanza delle diverse vicende narrate senza compiacimento anche negli episodi più sconvolgenti.
Ma la parte davvero deliziosa del libro sono le prime trenta pagine dedicate alle abitudini dei pinguini quasi antropologizzati dall’autore, con la loro «espressione preoccupata» e il loro incedere a veloci passettini quasi dicessero: I’m late, I’m late, «Ho fretta, ho fretta». Tale divertente contesto è drammaticamente spezzato dalla pazzia di Jeremy, capo della spedizione, che scopre un falso uovo di pinguino, costruito da un pinguino che aveva perso l’originale e per vergogna aveva confezionato quello fittizio. Fortunatamente la presenza della ricercatrice Teresa «dalle belle braccia» riesce a riportare il buonsenso dell’ammirazione e del desiderio in quella mente sconvolta. Scurati è l’esatto contrario di Del Giudice. […].
Fonte: Luca Canali, il Giornale 27/3/2009.
[Cesare De Michelis, casa editrice Marsilio:] «(…) Lo Strega non è mai stato un premio dove vince il migliore, ma devo dire che, quest’anno, se Einaudi presenta un candidato come Daniele Del Giudice, mi meraviglierei se vincesse qualcun altro. […]. Io stesso, che sono anche tra i giurati, non darò un voto di scuderia, ma lo darò a lui […]».
Fonte: Cristina Taglietti, Corriere della Sera 12/03/2009.
[Presente nella “Storia europea della letteratura italiana” (Einaudi) di Asor Rosa].
Fonte: Paolo Mauri, la Repubblica 4/2/2009 - Simonetta Fiori ibidem.
2008
L´esperienza della velocità dell´automobile e la nuova tecnologia, insieme al pensiero di Henri Bergson, fanno intuire ai futuristi che la realtà è prima di tutto dinamismo (Daniele Del Giudice).
Fonte: Daniele Del Giudice, La Repubblica 10 febbraio 2008.
2007
[Robert “Bobi” Bazlen, intellettuale, critico, scrittore, studioso, stimato consulente editoriale triestino. La sua vita al centro del romanzo di Del Giudice “Lo stadio di Wimbledon”:] […] forse chi ci ha permesso di comprendere più a fondo l’animo di Bazlen è stato Daniele Del Giudice col suo sofferto Bildungsroman [letteralmente: romanzo di formazione] ”Lo stadio di Wimbledon”. Del Giudice sceglie di sviscerare Bazlen per penetrare sé stesso. La disamina del sacrificio dell’intenzione della scrittura andava scandagliata attraverso i luoghi della memoria, interviste a chi Bazlen lo ha conosciuto e una ricostruzione incrementale degli stati d’animo. Una pacata ma sismica presa di coscienza che trova compimento nelle parole che Del Giudice fa dire alla compagna di sempre di Bobi, Ljuba Blumenthal: ”La sua vita erano le altre persone, quello che lui poteva capire di loro, o fargli capire”, ”lui non cercava di immaginarsi come fosse una persona, lui lo era. E quando ha scoperto che questo era il suo posto nella vita, non ha potuto più scrivere. Aveva capito dove stava la sua forza, e stava nelle persone…”.
Fonte: Leonardo Luccone, Il Foglio 17/3/2007.
[Non cercare mai una scorciatoia, finiresti in un cortile:] «A Venezia la via breve non porta da nessuna parte». La storia di Del Giudice è quella di tanti veneziani. «Abitavo dietro San Marco, la mattina dovevo scansare torme di turisti ma riuscivo ancora a comprare il giornale, le sigarette, il pane e sedermi per un caffè. In tre mesi ha chiuso il panettiere, l´edicola, il bar e la tabaccheria, tutto per far posto a quelle maledette mascherine fatte a Taiwan e a un fast food. Niente pane, giornale, caffè e sigarette: la fine di una civiltà. Mi sono trasferito a Santa Maria Formosa, ma la ristrutturazione mi costa un occhio della testa e il palazzo più bello del campo sta diventando un albergo».
Fonte: Curzio Maltese, la Repubblica 14/02/2007.
2005
[Angelo Guglielmi, critico letterario, geniale ex direttore di Rai Tre:] «[…] ho molto apprezzato in questi anni la memorialistica che mette al centro una vita veramente vissuta, restituendoci il modello ottocentesco centrato sull’eroe. Lo scrittore non è più un dispensatore di verità buona a essere soffiata su una storia di invenzione. Tanto vale ricorrere a una vita realmente vissuta che non ha bisogno di cercare significati in prestito». Nomi e titoli? «[…] Daniele Del Giudice che racconta Bobi Bazlen [ne lo Stadio di Wimbledon]».
Fonte: Corriere della Sera 23/11/2005, pag.39 Paolo Di Stefano.
[Autore di] I-TIGI Canto per Ustica, scritto con Marco Paolini, con Marco Paolini e il Quartetto vocale Giovanna Marini (DVD, 150 minuti, con allegato il libro Quaderno dei Tigi), Einaudi Stile Libero/Video, 2001.
Fonte: wikipedia, voce Strage di Ustica; vedi frammento n. 214776.
2000
[Del Giudice ha usato il pc dall’inizio della sua carriera di scrittore].
Fonte: Donata Righetti, Corriere della Sera, 03/12/2000; pag.33