ALESSANDRA ZINITI, la Repubblica 9/9/2010, 9 settembre 2010
ENNA, IL PROCURATORE RESTA SOLO "IO SENZA PM, CON 7MILA PRATICHE" - ENNA - C´è
da ascoltare con gli psicologi la bimba di 8 anni che ha raccontato di «quell´uomo nei bagni della scuola che mi ha fatto brutte cose». C´è l´omicidio-suicidio del pastore che ha accoltellato la sua compagna romena e poi si è impiccato. Ci sono i 30 anni di carcere da chiedere per i presunti assassini di un venditore ambulante. Ci sono fascicoli ovunque, sui divani, sulle sedie, sopra gli armadi, persino tra i pasticcini e lo spumante stappato ieri per «festeggiare» la solitudine del procuratore. Da questa mattina, Calogero Ferrotti, 67 anni, da 33 in magistratura, una domanda di pensione già accettata e poi revocata per «senso delle istituzioni», è l´unico magistrato in servizio alla Procura di Enna. Di procure disastrate così ce ne sono molte, soprattutto al Sud, ma Enna è l´unico capoluogo italiano ad avere il triste primato di un unico magistrato inquirente.
Marcello Cozzolino, il sostituto che ha fin qui condiviso il carico di una mole di lavoro pari a 7000 procedimenti l´anno, ha fatto le valige ed è andato via, direzione Fermo. «Sono veramente riconoscente al collega - ha detto ieri commosso Ferrotti nella breve ma partecipatissima (dai circa 40 tra uomini del personale amministrativo e della polizia giudiziaria) cerimonia di saluto a Cozzolino - avrebbe potuto andar via da tempo ma ha accettato di rimanere qui in proroga fino all´ultimo giorno e ha condiviso con me l´onere di una giustizia ormai impossibile da amministrare».
Se non ci fossero i vicepretori onorari, che naturalmente si possono occupare solo di piccole cose, Calogero Ferrotti sarebbe proprio fisicamente solo. Il cellulare, che adesso non potrà permettersi di spegnere perché la reperibilità in Procura è d´obbligo 24 ore su 24, squilla in continuazione: i fermi da convalidare, i sequestri, le udienze, le indagini da coordinare, le denunce da ricevere, gli interrogatori da fare, gli incarichi da conferire. Un solo interlocutore per mille voci e mille esigenze.
E lui, che già a novembre, annunciando l´intenzione di andare in pensione, aveva sollevato il caso polemizzando duramente con il ministro della giustizia Alfano che aveva risposto al suo gesto con un «amministrare la giustizia è cosa difficile, se non se la sente è meglio che si goda la pensione», oggi non ha alcuna intenzione di fare la vittima, ma dice: «I tre uditori che sono stati destinati ad Enna dalla legge-deroga arriveranno non prima del prossimo aprile. In mezzo ci sono sette mesi e la giustizia non può attendere. Io confido nella sensibilità del procuratore generale di Caltanissetta Scarpinato al quale ho chiesto di applicare un magistrato, ma mi rendo conto che anche lì la coperta è molto corta. E quindi nel frattempo non potrò che amministrare una giustizia a singhiozzo, operando delle scelte. È chiaro che ci sarà quasi impossibile rispondere alle esigenze di giustizia dei cittadini».
Nella sua lunga carriera, mai Ferrotti avrebbe pensato di trovarsi in queste condizioni. Pentito della decisione di rinunciare alla pensione per non lasciare sguarnito l´ufficio? «Ho fatto una scelta e naturalmente non torno indietro. Io quest´anno non ho preso un solo giorno di ferie e d´ora in avanti non potrò essere libero neanche la domenica, dovrò tenere il telefono acceso sempre e studiare i fascicoli anche la notte. I magistrati vogliono lavorare, ma ci devono mettere in condizione di farlo».