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 2010  settembre 09 Giovedì calendario

VIAGGIO NEI MISTERI DELLE LADY GHEDDAFI


Muammar Gheddafi è tanto vistoso, esagerato, folkloristico - come dice Silvio Berlusconi per rassicurare che in fondo è un buon uomo - nelle apparizioni pubbliche, quanto riservato, al limite del misterioso, nella sua vita privata. Per dire, quando martedì scorso è tornato a casa dalla sua ultima incursione italiana, la quarta in meno di un anno, chi ha trovato ad aspettarlo? A scavare negli archivi si scopre che di signore Gheddafi ce ne sono state almeno due, forse tre. Della prima, sposata nel 1968, si sa poco o niente. Pare che sia stata una maestra, e che gli sposi non si siano mai incontrati prima del matrimonio. L’idillio tra i due, se mai c’è stato, però è finito presto: Gheddafi l’ha lasciata dopo sei mesi, mentre lei era incinta del primogenito, Muammad Gheddafi. Poi è arrivato il turno di Fatiha, sposata nel 1969, e di Safiya un anno dopo. Per altre fonti, invece, Fatiha è la prima moglie. In ogni caso, quale che sia il totale di consorti a carico, la donna che il Colonnello considera la sua first lady, l’unica che ha voluto al suo fianco in occasioni ufficiali, è Safiya. Negli anni Ottanta, quando Ronald Reagan e Michail Gorbaciov hanno iniziato a "esibire" le rispettive signore sulla scena internazionale, anche il raìs libico iniziò a farsi accompagnare da Safiya, di nove anni più giovane di lui. Ma a giudicare dalle foto dell’epoca, dove appare imbronciata e cupa al fianco di uno scintillante Gheddafi in alta uniforme, non sembra che la signora fosse tanto contenta del ruolo secondario di accompagnatrice. Anzi, a quanto raccontavano le cronache di quegli anni il vero territorio di comando di Safiya era la casa. Addirittura c’è chi si è spinto a descriverla come il vero comandante della Libia. L’ex infermiera, conosciuta dal Colonnello durante una breve convalescenza in ospedale, pare avesse la capacità di trasformare il feroce dittatore in un uomo tutto «casa e Corano», completamente dedito a lei e ai loro sette figli. Sembra addirittura che il colonnello le portasse personalmente la colazione a letto: datteri e un bicchiere di latte, secondo la tradizione degli uomini del deserto. Poi, a parte qualche sparuta apparizione pubblica con i figli, di Safiya si sono perse le tracce. È ancora "in carica" ma nell’ombra o è caduta in disgrazia? Quel che è certo è che l’amore tra i due ha anche superato la clamorosa sbandata presa da Gheddafi nel 1979 per la ballerina ventiduenne Michka Hanayen, figlia di un industriale di Tunisi, molto addentro alla politica del Paese. Il colonnello si innamorò perdutamente di questa ragazza, che era bella e colta, e in più gli avrebbe permesso di stringere un legame con la Tunisia, nazione con la quale correvano rapporti poco amichevoli. La chiese in moglie alla famiglia, e si espose dichiarando pubblicamente l’intenzione di sposarla. Ma Michka, dopo un primo momento di titubanza, non accettò, sembra proprio per questioni politiche, e Gheddafi prese il suo più clamoroso due di picche. L’unico, per quel che si sa. La scornata, sentimentale e politica, non ha tolto al leader libico la voglia di circondarsi di donne. A Roma, come sempre, è arrivato scortato da due amazzoni del suo corpo di guardie composto unicamente da donne addestrate a ogni tipo di combattimento, che giurano di proteggere la vita del raìs anche a costo della propria. Oltre alle capacità militari, alle guardie è richiesto che restino vergini. I giornali internazionali sussurrano maligni che il voto di castità può essere infranto su richiesta del leader. Ma il loro aspetto fisico sembra a prova di tentazione. Che nella selezione ci sia lo zampino di Safiya?