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 2010  settembre 09 Giovedì calendario

SPAZIO SPETTACOLO, LA TERRA "SFIORATA" DA DUE ASTEROIDI

ROMA - Due piccole rocce del diametro compreso tra i 15 e i venti metri ieri notte hanno sfiorato, si fa per dire, la Terra. Sono due asteroidi che per un caso davvero eccezionale si sono trovati a incrociare l’orbita del nostro Pianeta a una distanza leggermente inferiore a quella che ci separa dalla Luna. In termini astronomici davvero una bazzecola. Eppure si è trattata di una distanza comunque tanto grande da escludere qualsiasi rischio di collisione tra questi frammenti di roccia spaziale e la Terra.
Nessun pericolo, i due asteroidi sono passati senza rischiare di provocare le catastrofi cui siamo stati abituati dai film di fantascienza. Alla fine si è trattato infatti solo di un bellissimo spettacolo, che solo il cielo sa regalare e che ha attirato l’attenzione di migliaia di astronomi appassionati e di professionisti. Primo a passare vicino alla Terra è stato l’asteroide conosciuto con la sigla 2010 RX30. Dall’Italia è stato visibile dalle 11,51 di ieri mattina che è passato alla distanza di 248.000 chilometri. Quasi dodici ore più tardi (le 23,12 per la precisione) è toccato all’altro asteroide, più piccolo (circa 14 metri di diametro) che però è anche passato molto più vicino, a 78.000 chilometri di distanza dalla Terra. Purtroppo per gli astrofili italiani questo evento non potrà essere osservato completamente perché il primo asteroide è stato visibile solo durante la sua fase di allontanamento dalla Terra, mentre il secondo, che è passato durante la notte, è stato visibile solo nell’Emisfero Australe.
I due asteroidi viaggiano quasi in coppia ma «si tratta di una pura coincidenza perché i due asteroidi viaggiano su cammini diversi intorno al Sole, hanno velocità diverse e direzioni di provenienza diverse» afferma Giovanni Valsecchi, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica presso lo Iasf di Roma. I due oggetti celesti sono stati individuati durante un monitoraggio di routine del cielo, condotto dal Catalina Sky Survey, in Arizona, l’avvistamento è avvenuto domenica 5 settembre, a pochi giorni dal loro massimo avvicinamento. «Sono corpi molto piccoli -spiega Valsecchi- ed essendo intorno ai 10 metri di diametro sono oggetti che, quando sono nello spazio interplanetario, sono totalmente invisibili dalla Terra. Non abbiamo telescopi così potenti da poterli vedere in quelle condizioni, diventano visibili solo quando si avvicinano a noi e, quando lo fanno, sono osservabili solo per una finestra temporale di pochi giorni, esattamente quello che è avvenuto adesso». E se gli astronomi li hanno definiti «ospiti invadenti» le loro orbite non li portano ad entrare in rotta di collisione con la Terra. Pertanto non c’è stato niente di cui allarmarsi: la Terra non è mai stata a rischio. Secondo l’astronomo Valsecchi, in ogni caso difficilmente gli asteroidi avrebbero rappresentato un pericolo. «Con grandissima probabilità -afferma- verrebbero interamente bruciati in atmosfera. Solo nel caso in cui fossero corpi metallici, un piccolo residuo del corpo originario potrebbe arrivare a terra sotto forma di meteorite. Diverso il discorso per oggetti molto più grandi, ma questo tipo di collisioni sono estremamente rare». Mentre non sono rari avvicinamenti come quello di questi giorni. «Succede tutto il tempo, quasi tutti i giorni, quindi succedeva anche 10 anni fa, 100 anni fa, 1000 anni fa . La differenza fra oggi e allora -dice Valsecchi- è che oggi il cielo viene scandagliato con molta attenzione proprio per riconoscere in anticipo gli eventuali asteroidi che potrebbero un domani cadere sulla Terra». Di eventi così saremo quindi destinati a vederne di più nel prossimo futuro.
«La copertura non è ancora totale ma ci stiamo avvicinando e, quindi - conclude lo scienziato - vediamo eventi che non sono né più rari né meno rari di prima, semplicemente prima non avevamo i mezzi per osservarli».