FRAMMENTI, 9 settembre 2010
Tags : Paolo Del Debbio
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DEL DEBBIO
PAOLO"
2010
[Milano, Palazzo Marino, il consigliere comunale del Pdl Camillo Milko Pennisi “pizzicato” mentre intasca una tangente da 5.000 euro. La sua maggioranza e il sindaco Moratti lo scaricano subito]. Di più ha fatto il filosofo del Pdl e amico di Pennisi, Paolo Del Debbio per il quale ”rispetto a tangentopoli non è cambiato nulla”.
Fonte: Davide Milosa, il Fatto Quotidiano 14/2/2010.
2009
[La nascita ufficiosa di Forza Italia per Enrico Mentana risale al 30 marzo 1993]. Quel giorno, consueta riunione mensile ad Arcore dei responsabili della comunicazione del gruppo. Ci sono Berlusconi, [tra gli altri] Del Debbio di Publitalia […].
Fonte: Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica 1/12/2009.
[Gina Nieri] nel 1988 sposa il giornalista (lucchese, of course) e futuro pasd[a]ran di Forza Italia, Paolo Del Debbio (separati, hanno due figlie, Maddalena, 20 e Sara, 17 anni).
Fonte: Chiara Beria, La Stampa 31/10/2009.
2008
[Intervista a Renato Brunetta]. Chi le presentò Berlusconi? «Paolo Del Debbio, che doveva fare il ministro del Welfare del primo governo Berlusconi e chiese a me, che allora ero consigliere del Cnel, di scrivere un pezzo di programma di governo».
Fonte: Libero 20 luglio 2008, Barbara Romano.
[Per una cremazione si spendono 324 euro, dieci volte meno di una classica tumulazione]. Il filosofo Paolo Del Debbio: «Trovo terribile che uno pensi a risparmiare davanti al decesso. Non ci voglio credere».
Fonte: Mariolina Iossa, Andrea Galli, Corriere della Sera 8/3/2008.
2007
[Traffico, rivoluzione ecopass a Milano: se hai una vettura inquinante (e vecchia) e vuoi entrare di giorno nella Cerchia dei Bastioni (il centro allargato di Milano), paghi]. Il filosofo ed opinionista Paolo Del Debbio: «Ma secondo lei chi ha l’auto a benzina Euro 2 e non ha soldi per cambiarla? Questi borghesi che predicano l’ecologismo modaiolo o l’operaio che fatica a tirare fine mese?».
Fonte: Elisabetta Soglio, Corriere della Sera 21/12/2007.
1995-1999 [Sandro Bondi] Accetta il primo lavoro per Berlusconi al centro studi forzista diretto da Paolo Del Debbio.
Fonte: Stefania Rossini, L’espresso 26/4/2007.
[Finanziaria governo Prodi, “lacrime e sangue” per Del Debbio:] E’ un po’ come quelle medicine dolci al gusto e avvelenate nella sostanza. Non c’è dubbio: un po’ di antiberlusconismo (anzi molto), un po’ di ideologia del «siamo tutti uguali» (o ci diventeremo grazie al centrosinistra), un po’ di ideologia solidarista a buon prezzo, un po’ di fedeltà al proprio partito. Un po’ questo e un po’ quello, alla fine, gli elettori Prodi lo hanno votato. In concreto cosa è successo? Chi guadagna 1300 euro al mese ha perso 22 euro, sempre al mese, chi ne guadagna 1440 ne ha persi 42 cioè circa 500 euro l’anno […] Ora, Romano Prodi, continua a ripetere che tutto quello che fa lui è per il bene degli italiani. Che gli italiani stessi siano d’accordo o no non cambia il giudizio del professore bolognese. Prima veniva detto che bisognava rimettere in piedi i conti pubblici contro i disastri del governo Berlusconi. Poi le entrate fiscali sono aumentate a tal punto che quel disastro non c’era più. Allora dissero che gli italiani avevano pagato più tasse perchè Prodi, Visco e Padoa-Schioppa avevano messo loro paura. Sulla paura non c’è dubbio: la fanno veramente. Peccato che il gettito fiscale ha incominciato ad aumentare prima di loro. E in quel caso gli italiani di chi hanno avuto paura? Roba da matti: da ridere o da piangere a seconda di come uno sta. Poi dissero anche che ci volevano i sacrifici. L’elettore avrà detto: sacrifici per cosa? Fino ad ora non ci ha capito nulla nessuno. Il modello di politica economica emergente è il P.E.A., la politica economica dell’andirivieni. Un pezzo a questo e un pezzo a quello, poi protesta quell’altro e allora un pezzo anche a lui. Poi si sono scordati di quest’altro e vai con la mancetta. Avanti e indietro ma sempre passando dal solito luogo: le tasche degli italiani. L’altra volta Prodi inventò la tassa per l’Europa. Per un riflesso condizionato i poveri contribuenti che si sono trovati un po’ di soldi in meno in busta paga penseranno: ma non c’eravamo già entrati in Europa? Non sarà mica che siamo riusciti dall’Europa senza accorgercene? E pensano questo perchè non possono aver capito nulla di tutto quello che è stato detto come motivazione dell’aggravio fiscale in questa Finanziaria. A meno che non abbiano letto quattro o cinque giornali al giorno negli ultimi quattro mesi, abbiano «scaricato da internet» i verbali di discussione alla Camera e al Senato cioè, in sostanza, abbiano preso un paio di mesi di ferie e un po’ di lezione di Scienza delle finanze per capirci qualcosa.
Fonte: Paolo Del Debbio, Il Giornale 30/01/2007.
2006
[«Fazio si è dimesso, Fiorani è in galera e anche Geronzi non si sente tanto bene»: Jena, La Stampa 24/2/2006. Crac Parmalat, Geronzi (presidente di Capitalia) interdetto per 60 giorni, alla notizia la Borsa ha prima avuto una reazione al ribasso, poi è scattata al rialzo]. Paolo Del Debbio: «A questo punto, Capitalia è più vulnerabile. Poco o tanto lo si vedrà nelle prossime settimane. Ma è difficile non pensare che, sopratutto all’estero, il provvedimento dei pm parmensi sia stato da qualcuno letto come il segnale che la banca romana possa essere [e/o] diventare un’altra, appetibile preda». Berlusconi parla di una «banca americana» interessata all’istituto romano. Del Debbio: «La Bnl se la sono presa i francesi; in Banca Intesa, il Crédit Agricole è in una posizione di dichiarata forza; nel San Paolo ci sono gli spagnoli del Santander; Antonveneta se la sono presa quelli dell’AbnAmro che sono anche presenti in Capitalia. L’unica banca italiana che gioca il ruolo da attaccante è Unicredit che prima è sbarcata in Germania e poi in Polonia». […] [Intesa pare interessata a Capitalia, ma il vero obiettivo sarebbe l’integrazione con Mediobanca e Generali possibile solo con l’appoggio dei principali azionisti, Crédit Agricole e il ”gruppo Bollorè”. In caso di matrimonio a tre, gli azionisti francesi avrebbero una quota importante (e forse determinante) del colosso Intesa-Mediobanca-Generali]. Del Debbio: «Nei mercati globalizzati è certo che per un sistema nazionale avere gruppi propri forti all’esterno pone il Paese in una posizione di vantaggio competitivo indubbio. Non solo perché comunque un Paese è fatto anche dai suoi marchi nazionali, ma anche perché banche forti sul proprio territorio nazionale possono accompagnare l’internazionalizzazione delle imprese in modo consistente e utile. E di questo oggi l’Italia ha un forte bisogno».
Fonte: Paolo Del Debbio, Il Giornale 23/2/2006; APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 27 FEBBRAIO 2006.
2004
[Il Cav. entra in politica, nasce Forza Italia. Fedele Confalonieri:] «Nella discesa in campo non ho alcun merito. Il merito spetta [tra gli altri] a Paolo Del Debbio […]. [Genesi ideologica di un partito:] In quegli anni, come Fininvest Comunicazione, avevamo messo su una piccola cerchia di intellettuali, l’aveva costruita Paolo Del Debbio […]».
Fonte: Maria Latella Corriere della Sera, 16/01/2004.
[Manager berlusconiano ex Publitalia, inventa e costruisce il partito-azienda, fà un po’ di politica, poi rientra nei ranghi:] Paolo Del Debbio, l’ideologo teologo estensore del primo programma elettorale, insegna Etica Sociale e Comunicazione alla Iulm e continua a sfornare idee, non sempre ascoltate, per il centrodestra.
Fonte: Filippo Ceccarelli, "La Stampa" 22/1/2004, pagina 5.