Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 9/9/2010, 9 settembre 2010
VITA E AVVENTURE DI GALLOIS PALADINO DELL’ATOMICA
Leggo su Le Monde che è scomparso a 99 anni il generale Pierre Gallois, un ex collaboratore del generale de Gaulle. Fu il padre della bomba atomica francese, convinto che l’arma nucleare fosse un deterrente alla guerra e che soprattutto avrebbe garantito alla Francia una certa grandeur internazionale, nonostante l’inevitabile declino del paese dopo la perdita dell’impero coloniale. La sua era una posizione controversa e la sinistra francese lo accusò più volte di essere un guerrafondaio. In realtà mi sembra abbia dimostrato grande lucidità, anche alla luce dell’attuale vicenda iraniana. Mi chiedo però quanto fosse europeista. Lei che lo ha conosciuto che cosa ne pensa?
Piero Heinze
Francoforte (Germania)
Caro Heinze, La «force de frappe», come i francesi chiamano la loro arma nucleare, ha molti padri, quasi equamente distribuiti fra le maggiori forze politiche del Paese e non sarebbe stata realizzata, forse, senza gli studi e le ricerche avviati dai governi che precedettero il ritorno al potere del generale de Gaulle nel 1958. Ma Pierre Gallois ne fu il teorico più polemico, controverso e brillante.
Aveva molti talenti. Era un geniale pittore di «trompe l’oeil». Aveva fatto studi di storia, diritto, belle arti. Aveva una buona penna e sapeva servirsene, all’occorrenza, come di un fioretto. Aveva preso un brevetto di pilota nel 1931, all’età di vent’anni, e si era arruolato nell’aeronautica militare per una combinazione di patriottismo e spirito d’avventura. La sua prima destinazione fu l’Algeria, dove volava con la squadriglia del Sahara; la sua seconda fu Londra, raggiunta dopo la sconfitta della Francia nel 1940, dove partecipò con la Royal Air Force ai bombardamenti della Germania fra il 1943 e il 1945.
A Parigi, dopo la fine della guerra, divenne consigliere militare di ministri e generali, preparò un piano per il rinnovamento dell’aeronautica militare francese, la vorò per qualche tempo con il generale Norstad, comandante supremo della Nato. E, soprattutto, fece parte di un gruppo di persone influenti che si battevano perché la costruzione della bomba atomica salisse al primo posto nell’agenda politica del Paese. Un incontro con il generale de Gaulle, dopo il suo ritorno al potere, ebbe l’effetto di decidere la sua vita. Il generale avrebbe fatto l’atomica e lui, Gallois, ne sarebbe stato il più coerente e convincente degli avvocati difensori.