Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

MILANO — Il senese Piero Vivarelli classe 1927, morto ieri a Roma a 83 anni, è stato un personaggio off limits del cinema italiano, cui ha dato una decina di titoli gloriosamente di serie B. Con due dichiarate preferenze, l’esotico-erotico (bestseller Il dio Serpente con Nadia Cassini ma anche il Decamerone nero, Boccaccio senegalese) e il musicarello, con cui apre la carriera nel 60. Sanremo la grande sfida era un film che lo riguardava da vicino: Vivarelli fu infatti per 5 anni il presidente della commissione di selezione al Festival, egli stesso aveva scritto per Celentano le parole di «24mila baci» e «Il tuo bacio è come un rock» . Nel primo film e in altri come Io bacio… tu baci si ritrovano le star dei jukebox, da Mina a Dallara, da Adriano a Renis, da Fontana a Di Capri, ma anche Umberto Orsini e la bella Vania Protti, signora Ricordi, Mario Carotenuto. Tentato dai B movies — vedi Satanik, aiuto regista Avati, ma anche Provocazione, thriller erotico con Moana attrice — fu autore di successi come Rita la figlia americana in cui riunì Totò e la Pavone. Strapianto oggi da un curioso arco costituzionale che va da Futuro e Libertà (altisonanti parole di Bocchino e Granata) alla sinistra rosée e rossa shocking (Vita del Pd lo elogia come uomo libero, accanto all’affetto cinefilo di Diliberto del Pdci) Vivarelli fu in realtà ex repubblichino, aderente al Pci dal 1946 al 90 e infine passato, unico in Italia, al partito comunista cubano cui s’iscrisse l’8-6-94 con tessera n.779559, siglando il patto col suo ultimo film, La rumbera, girato all’Avana. Amico di Castro ma anche di notabili italiani (tentò di far prendere una licenza alla recluta Celentano militare tramite Andreotti che scambiò persona…), autore a volte con falso nome (Donald Murray) di dieci «stracult» presenti nel libro di Giusti, Vivarelli ha anche realizzato (’78) un biografico Nella misura in cui e ha fatto l’attore a tempo perso per Magni, Salvatores e la Wertmuller.

MAURIZIO PORRO